tag:blogger.com,1999:blog-40647665382241641342024-03-13T14:36:15.081-07:00Persone per la pacefrancesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.comBlogger49125tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-44973988759740680772017-07-09T23:15:00.000-07:002017-07-09T23:15:01.843-07:00Le armi nucleari sono fuorilegge, firmato lo storico Trattato Onu contro la proliferazione. Se 72 anni vi sembran pochi... (da Left)<div style="background-color: white; box-sizing: border-box;">
<span class="cb-itemprop" itemprop="reviewBody" style="box-sizing: border-box; display: block;"><span style="color: #545353; font-family: Roboto, sans-serif;"><span style="font-size: 18px;">https://left.it/2017/07/09/le-armi-nucleari-sono-fuorilegge-firmato-lo-storico-trattato-onu-contro-la-proliferazione-se-72-anni-vi-sembran-pochi/</span></span></span><span class="cb-itemprop" itemprop="reviewBody" style="box-sizing: border-box; color: #545353; display: block; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;"><br /></span><span class="cb-itemprop" itemprop="reviewBody" style="box-sizing: border-box; color: #545353; display: block; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;">I negoziati in corso all’Onu dallo scorso marzo si sono conclusi con l’approvazione da parte di due terzi dei 192 Stati membri delle Nazioni Unite di un <strong style="box-sizing: border-box;">Trattato dai toni molto netti per la proibizione delle armi nucleari</strong>. La società civile a livello internazionale, organizzata da Ican (International Campaign to Abolish Nuelear weapons), è stata l’agente determinante che ha consentito di raggiungere questo obiettivo, ed ha preso parte attivamente ai negoziati. Il testo del Trattato, oggetto di animate discussioni che hanno prodotto varie formulazioni intermedie introducendo importanti anche se contrastati miglioramenti, è stato adottato con il voto a favore di 122 Stati, un voto contrario e un astenuto, e salutato da cinque minuti di applausi e la profonda commozione della presidente della Conferenza, la costaricense Elyane Whyte.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #545353; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;">
L’ampia partecipazione degli Stati a questi negoziati, e la lunga campagna vi ha dato origine, si basano sulla profonda sfiducia verso il<em style="box-sizing: border-box;"> Trattato di Non Proliferazione</em> del 1970 e l’arrogante inadempienza del suo Art. VI che imponeva «trattative in buona fede per concludere quanto prima un disarmo nucleare e generale» Al contrario, da allora il numero di testate negli arsenali nucleari mondiali è più che raddoppiato da 30.000 a 70.000, e il numero di Stati dotati di armi nucleari è passato da 6 a 10 (compreso il Sudafrica che nel frattempo ha smantellato il proprio arsenale).</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #545353; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;">
Questo Trattato non è ancora un accordo per procedere all’effettiva eliminazione delle armi nucleari, dal momento che gli Stati nucleari (Usa, Russia, Francia, Israele, Gran Bretagna, Cina, India, Pakistan e Corea del Nord) e i paesi della Nato, molti dei quali ospitano testate nucleari degli Stati Uniti, non hanno aderito e partecipato ai negoziati. Tuttavia resterà una pietra miliare e condizionerà comunque ogni passo futuro. Fino ad oggi esistevano trattati che stabilivano l’illegalità delle armi biologiche (1972), chimiche (1993), delle mine (1997), delle bombe a grappolo (2008), il cui uso è classificato come un crimine nel diritto internazionale. Pensiamo alle recenti strumentalizzazioni del presunto arsenale chimico di Assad in Siria, con minacce di intervento militare, ma se gli USA sferrassero un ben più devastante attacco nucleare non sarebbe finora stata possibile una denuncia di violazione del diritto internazionale. Da oggi questa denuncia sarà possibile, anche se per ora tutt’altro che automatica.</div>
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Tra i paesi Nato ha partecipato ai negoziati solo l’Olanda. E sembra essere stata una quinta colonna dell’Alleanza poiché si è opposta all’approvazione del Trattato per consenso ed ha espresso l’unico voto contrario (l’astenuto è Singapore).</div>
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Premessa fondamentale del Trattato è il riconoscimento, importantissimo in uno strumento giuridico internazionale, delle “catastrofiche conseguenze umanitarie” delle armi nucleari, e che la loro completa eliminazione “rimane il solo modo di garantire che esse non siano mai usate in qualsiasi circostanza”. L’Art. 4 suona “Verso la totale eliminazione delle armi nucleari”, e l’Art. 12 impegna gli Stati aderenti a farsi promotori del bando presso gli altri Paesi, in modo che il Trattato raggiunga l’universalità.</div>
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Il nucleo del Trattato è l’Art 1 che vieta in termini molto fermi agli Stati che vi aderiranno di: sviluppare, testare, produrre, acquisire qualsiasi dispositivo nucleare esplosivo, qualunque sia la sua potenza; trasferirli o riceverli a/da chicchessia; consentirne lo schieramento (vieta quindi esplicitamente il nuclear sharing, in base al quale l’Italia ospita circa 70 testate termonucleari statunitensi); assistere, incoraggiare o indurre chicchessia in siffatte azioni proibite. Il Trattato vieta non solo l’uso delle armi nucleari, ma anche la minaccia, negando quindi la legittimità della deterrenza che ha consentito la crescita demenziale degli arsenali nucleari durante la Guerra Fredda, e la folle corsa agli armamenti (purtroppo oggi ripresa, lo spreco più scandaloso di risorse, un affronto ai problemi drammatici del mondo.).</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #545353; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;">
Il Trattato inoltre garantisce una specifica assistenza ai colpiti dall’uso o dalla sperimentazione di armi nucleari, e sancisce la necessità di bonifica ambientale (articolo 6).</div>
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Usa, Gran Bretagna e Francia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che “Non firmeremo, ratificheremo e aderiremo mai” al Trattato, affermando che esso “non affronta le preoccupazioni per la sicurezza che continuano a rendere che necessaria la deterrenza nucleare”. Senonché una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta, come dichiarò nel 1984 una fonte insospettabile, il presidente Ronald Reagan, ed hanno ribadito il 27 giugno scorso in una <a href="https://cistp.gatech.edu/news/item/593072" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0.3); background: transparent; box-sizing: border-box; color: #a9191e; text-decoration-line: none;">lettera aperta</a> ai presidenti Trump e Putin personaggi di levatura internazionale, Wolfgang Ischinger, Sam Nunn, Igor Ivanov e Desmond Browne.</div>
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L’ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley ha affermato: «Qualcuno pensa che la Corea del Nord eliminerebbe le armi nucleari?». Ma quale credibilità hanno gli Usa per sostenere la non proliferazione, quando hanno finanziato un colossale programma trentennale di modernizzazione di queste armi di ben mille miliardi di dollari?. La “resistibile” ascesa nucleare della Corea del Nord ha cause che risalgono al voltafaccia di Bush Jr. rispetto all’Agreed Framework del 1994.</div>
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Il nuovo Trattato costituirà in qualsiasi caso una pietra miliare, generalizzerà e rafforzerà la consapevolezza e la pressione dell’opinione pubblica (i media non potranno perpetuare l’ignobile cortina di silenzio che hanno steso sui negoziati, e ora sul Trattato.), eserciterà inevitabilmente un’influenza sui governi ora refrattari e condizionerà la loro azione. I trattati che hanno messo al bando le armi biologiche e chimiche, le mine e le bombe a grappolo hanno dimostrato come armi in precedenza accettate sono ora rifiutate dalla comunità internazionale. Questo Trattato sarà un forte strumento nelle mani degli Stati non nucleari nelle prossime scadenze, come la Conferenza dio Riesame del Tnp del 2020.</div>
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Vi sono nel Trattato anche delle ombre, che comunque non possono appannare il valore storico di questo risultato. I contrasti, anche forti, che vi sono stati mostrano che questo Trattato è il risultato migliore che si poteva ottenere nelle condizioni presenti. I maggiori contasti sono stati sull’Art 17, che dà la possibilità ai Paesi aderenti di recedere dal Trattato in caso di «eventi straordinari legati all’oggetto del trattato» che ne abbiano «compromesso gli interessi supremi». La società civile che ha partecipato ai negoziati, sostenuta da molti Stati, si è opposta strenuamente a questa clausola, considerandola giustamente un controsenso, ma un blocco di Stati intransigenti ne ha impedito l’eliminazione: una guerra nucleare non può essere in ogni caso una risposta, non potrebbe essere “vinta” e i suoi effetti sarebbero deleteri per l’umanità intera, per cui gli obblighi del Trattato dovrebbero essere assolutamente vincolanti.</div>
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Un limite è anche di continuare ad insistere sul diritto degli Stati di sviluppare le tecnologie nucleari per usi civili, che ormai si sono dimostrate la porta per accedere alle tecnologie militari, poiché il dual-use è la caratteristica intrinseca e ineliminabile di questa tecnologia.</div>
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Un ulteriore appunto che mi sento di muovere è che non è stata accettata né considerata la proposta che era stata avanzata da rappresentanti italiani e francesi della società civile di estendere una definizione generale di “dispositivo nucleare esplosivo” a “qualsiasi tipo di arma la cui esplosione sia dovuta a un processo di fissione o fusione nucleare qualsiasi sia la potenza” dell’arma che si ottiene: non era una questione di lana caprina, anche se molto specialistica, perché nei laboratori militari sono in corso ricerche per realizzare micro-esplosioni tramite la fusione nucleare di minime quantità di nuclei leggeri senza la necessità di innescarla con l’esplosione di una bomba a fissione, che necessita della presenza di una massa critica di plutonio. La Convenzione che vieta le armi biologiche è attualmente messa a rischio da progressi delle biotecnologia che erano impensabili nel 1972.</div>
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Il Trattato sarà aperto alle firme il 20 settembre, ed entrerà in vigore entro 90 giorni da quando sarà ratificato da 50 Paesi. Esso prevede la prima revisione ufficiale 6 anni dopo l’entrata in vigore, ma emendamenti, secondo l’art. 10, possono essere proposti e fatti circolare in ogni momento. Essi possono essere approvati dalle riunioni degli Stati aderenti e dalle Conferenze di revisione con una maggioranza qualificata di 2/3. Gli emendamenti entrano in vigore dopo che la maggioranza degli Stati aderenti al momento dell’adozione depositano la ratifica.</div>
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Il compito più urgente per le reti organizzate in Ican è ora la campagna per le firme e le ratifiche. Il gruppo internazionale di Parlamentari che hanno preso parte ai negoziati ha elaborato un documento programmatico per coordinare le pressioni sugli Stati per la firma e la ratifica del Trattato. Nel Parlamento italiano giacciono in proposito 4 mozioni, di orientamento diverso: la loro discussione era prevista alla fine di giugno, ma poi è stata spostata e non si sa quando verrà calendarizzata.</div>
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C’è da augurasi che i principali quotidiani e notiziari nazionali rompano finalmente l’ignobile congiura del silenzio (perché non si promuove un mail bombing sui Direttori delle testate?), e che la consapevolezza e la volontà dell’opinione pubblica crescano, esercitando una pressione crescente sul nostro governo perché aderisca alla campagna che da questo storico momento si impegnerà per eliminare le armi nucleari dalla storia.</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #545353; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;">
*</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #545353; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 18px;">
L’autore: Angelo Baracca è stato professore di Fisica e di Storia della fisica all’Università degli Studi di Firenze. In particolare si è occupato di energia e di disarmo nucleari, come testimoniano i volumi, pubblicati con Jaca Book, <em style="box-sizing: border-box;">A volte ritornano: il Nucleare</em> (2005); <em style="box-sizing: border-box;">L’Italia torna al nucleare</em> (2008) e <em style="box-sizing: border-box;">SCRAM</em>. Ovvero la fine del nucleare (2011). Collabora da oltre 20 anni con la facoltà di Fisica dell’Università dell’Avana, a Cuba, che lo ha portato a una ricostruzione dello sviluppo scientifico straordinariamente avanzato di questo Paese (v. A. Baracca e R. Franconi, <em style="box-sizing: border-box;">Subalternity vs. Hegemony, Cuba’s Outstanding Achievements in Science and Biotechnology, 1959-2014</em>). Sempre per Jaca Book ha appena pubblicato il saggio divulgativo <em style="box-sizing: border-box;">Storia della fisica italiana. Un’introduzione</em></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-57486789309474199872017-04-17T01:47:00.000-07:002017-04-17T01:47:07.557-07:00APPELLO: FERMIAMO I SIGNORI DELLA GUERRA<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">FERMIAMO I SIGNORI DELLA GUERRA</span></div>
<b id="docs-internal-guid-503698f1-7b14-947a-f025-154bf724bf48" style="font-weight: normal;"><br /></b>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Trovo vergognosa l’indifferenza con cui noi assistiamo a una ‘guerra mondiale a pezzetti’ , a una carneficina spaventosa come quella in Siria, a un attacco missilistico da parte di Trump contro la base militare di Hayrat in Siria ,ora allo sgancio della Super- Bomba GBU-43 (la madre di tutte le bombe) in Afghanistan e a un’incombente minaccia nucleare.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’Italia , secondo l’Osservatorio sulle armi , spendere quest’anno 23 miliardi di euro in armi (l’1,18% del Pil) che significa 64 milioni di euro al giorno! Ora Trump, che porterà il bilancio militare USA a 700 miliardi di dollari, sta premendo perché l’Italia arrivi al 2% del Pil che significherebbe 100 milioni di euro al giorno. “Pronti a rivedere le spese militari- ha risposto la ministra della Difesa R. Pinotti- come ce lo chiede l’America .”La Pinotti ha annunciato anche che vuole realizzare il </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Pentagono italiano</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> a Centocelle (Roma) dove sorgerà una nuova struttura con i vertici di tutte le forze armate. La nostra ministra della Difesa ha inoltre preparato il Libro Bianco della Difesa in cui si afferma che l’Italia andrà in guerra ovunque </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> i suoi interessi vitali</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> saranno minacciati. E’ un autentico </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">golpe democratico</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> che cancella l’articolo 11 della Costituzione. Dobbiamo appellarci al Parlamento italiano perchè non lo approvi. Il Libro Bianco inoltre definisce l’industria militare italiana ‘pilastro del Sistema paese’ . ” Infatti nel 2015 abbiamo esportato armi pesanti per un valore di oltre sette miliardi di euro! Vendendo armi ai peggiori regimi come l’Arabia Saudita . Questo in barba alla legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati. L’Arabia Saudita è in guerra contro lo Yemen, dove vengono bombardati perfino i civili con orribili tecniche speciali. Secondo l’ONU, nello Yemen è in atto una delle più gravi crisi umanitarie del Pianeta. All’Arabia Saudita abbiamo venduto bombe aeree MK82, MK83, MK84, prodotte dall’azienda RMW Italia con sede legale a Ghedi (Brescia) e fabbrica a Domusnovas in Sardegna. Abbiamo venduto armi anche al Qatar e agli Emirati arabi con cui quei paesi armano i gruppi jihadisti in Iraq, in Libia, ma soprattutto in Siria dov’è in atto una delle guerre più spaventose del Medio Oriente.In sei anni di guerra ci sono stati 500.000 morti e dodici milioni di rifugiati o sfollati su una popolazione di 22 milioni! Come italiani, stiamo assistendo indifferenti alla tragica guerra civile in Libia, da noi causata con la guerra contro Gheddafi. E ora , per fermare il flusso dei migranti, abbiamo avuto la spudoratezza di firmare un Memorandum con il governo libico di El Serraj che non riesce neanche a controllare Tripoli. E così aiutiamo la Libia a frantumarsi ancora di più. E con altrettanta noncuranza assistiamo a guerre in Sud Sudan, Somalia, Sudan, Centrafrica, Mali. Senza parlare di ciò che avviene nel cuore dell’Africa in Congo e Burundi. E siamo in guerra in Afghanistan : una guerra che dura da 15 anni ed è costata agli italiani 6,6 miliardi di euro. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Mentre in Europa stiamo assistendo in silenzio al nuovo schieramento della NATO nei paesi baltici e nei paesi confinanti con la Russia. In Romania, la NATO ha schierato razzi anti-missili e altrettanto ha fatto in Polonia a Redzikovo. Ben cinquemila soldati americani sono stati spostati in quei paesi. Anche il nostro governo ha inviato 140 soldati italiani in Lettonia. Mosca ha risposto schierando a Kalinin- grad Iscander ordigni atomici, i 135-30. Siamo ritornati alla Guerra Fredda con il terrore nucleare incombente. (La lancetta dell’Orologio dell’Apocalisse a New York è stata spostata a due minuti dalla mezzanotte come ai tempi della Guerra Fredda).</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ecco perché all’ONU si sta lavorando per un Trattato sul disarmo nucleare promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, mentre le 9 nazioni che la possiedono non vi partecipano. E’ incredibile che il governo Gentiloni ritenga che tale Conferenza “costituisca un elemento </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">fortemente divisivo</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> “, per cui l’Italia non vi partecipa. Eppure l’Italia ha sul territorio una settantina di vecchie bombe atomiche che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12. Quanta ipocrisia da parte del nostro governo! </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Davanti a una così grave situazione, non riesco a capire il quasi silenzio del movimento italiano per la pace. Una cosa è chiara: siamo frantumati in tanti rivoli, ognuno occupato a portare avanti le proprie istanze! Quand’è che decideremo di metterci insieme e di scendere </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">unitariamente </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> in piazza per contestare un governo sempre più guerrafondaio? Perché non rimettiamo tutti le bandiere della pace sui nostri balconi?Ma ancora più male mi fa il silenzio della CEI e delle comunità cristiane. Questo nonostante le forti prese di posizione sulla guerra di Papa Francesco. E’ un magistero il suo, di una lucidità e forza straordinaria. Quando verrà recepito dai nostri vescovi, sacerdoti, comunità cristiane? Dopo il suo recente messaggio inviato alla Conferenza ONU, in cui ci dice che “ dobbiamo impegnarci per un mondo senza armi nucleari”, non si potrebbe pensare a una straordinaria Perugia- Assisi, promossa dalle realtà ecclesiali insieme a tutte le altre realtà, per dare forza al tentativo della Nazioni unite di mettere al bando le armi atomiche e dire basta alla ‘follia’ delle guerre e dell’industria delle armi? Sarebbe questo il regalo di Pasqua che Papa Francesco ci chiede: “Fermate i signori della guerra, la violenza distrugge il mondo e a guadagnarci sono solo loro.”</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="font-family: Cambria; font-size: 12pt; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="font-family: Cambria; font-size: 12pt; white-space: pre-wrap;">Alex Zanotelli</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Cambria; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span></div>
<span style="font-family: Cambria; font-size: 12pt; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Napoli,14 aprile 2017 </span>francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-11915609636654771632017-03-12T23:14:00.003-07:002017-03-12T23:14:39.210-07:00Uranio impoverito, la strage dimenticata dei soldati italiani: 340 morti e 4 mila malati<br />
<section class="apertura" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: main-regular, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px auto; overflow: hidden; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><article class="apertura_big" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 60px auto 0px; max-width: 1024px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline; width: 760px;"><div class="description" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px; text-shadow: none; vertical-align: baseline;">
<label class="occhiello" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #626263; display: block; font-family: main-condensed_light; font-size: 21px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 36px; margin: 30px 0px 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Dall’Iraq all’Afghanistan</label><br />
<h2 style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: title-display-light; font-size: 32px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 42px; margin: 15px auto; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Uranio impoverito, la strage dimenticata dei soldati italiani: <br style="box-sizing: border-box;" />340 morti e 4 mila malati</h2>
<div class="sommario" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: title-display-light; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
L’ultima vittima di pochi giorni fa: Claudio Caboni, colonnello dell’Esercito, stroncato da un cancro linfatico.<br />
Le 43 sentenze di risarcimento e i lavori della commissione parlamentare (la quarta): «Presto una nuova legge»</div>
<div class="separatore" style="background: rgb(204, 204, 204); border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; height: 1px; line-height: inherit; margin: 15px 0px 20px; padding: 0px; vertical-align: baseline; width: 760px;">
</div>
<div class="firma_foglia" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #626263; font-family: main-heavy; font-size: 18px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: bold; line-height: 18px; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: main-light; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: 18px; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">di </span>Alessandro Fulloni</div>
</div>
</article></section><br />
<div id="ads_widepushbar" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: main-regular, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 45px 0px 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="bk_adv_02" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline; z-index: 8010;">
<div class="active-Tl" id="oas_TopLeft" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 20px 0px 0px; text-align: center; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;">L’ultima morte risale al mese scorso. Claudio Caboni, colonnello dell’Esercito, 59 anni. Un curriculum lungo così. Aviatore dell’aviazione leggera, a lungo nella «Brigata Sassari». Oltre venti missioni all'estero. Lascia moglie, Maria Assunta, e la figlia Federica, stremato da un cancro linfatico diagnosticato nel 2014. Era stato sui fronti più caldi che dall’inizio del 1990 hanno visto impegnati i reparti italiani: Kosovo, Iraq, Afghanistan. Un nome e un cognome, i suoi, che adesso diventano un numero. Questo: il 340. Ovvero 340 morti — a cui devono essere aggiunti circa 4 mila malati — per le conseguenze del contatto con l’uranio impoverito. Parliamo dell’«U238», il materiale con cui si fanno i proiettili di artiglieria che perfora le corazze dei tank. Ma che sviluppa temperature così alte che nebulizza i metalli, creando particelle che se inalate o ingerite possono causare forme tumorali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #353942; font-family: inherit; font-size: 24px; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #353942; font-family: inherit; font-size: 24px; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;">Dai Balcani a Kabul, 43 sentenze di risarcimento</span></div>
</div>
</div>
</div>
<div class="content_foglia md_medium" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: main-regular; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px auto; padding: 0px 0px 40px; position: relative; vertical-align: baseline; width: 760px;">
<div class="simple_text" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 30px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: title-regular; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
Cifre, come l’ultima riguardante la morte del colonnello della «Sassari», che non rientrano nel bilancio crudo di una battaglia, persa o vittoriosa. Eppure quel che è successo nelle nostre missioni militari più recenti, dai Balcani all’Afghanistan, si configura come uno degli scenari più luttuosi nella storia delle forze armate italiane. Caduti come a Dogali, sul Carso, a El Alamein, o al «check point Pasta». Da vent’anni i reduci dalle missioni Nato in Afghanistan, Bosnia, Kosovo e Iraq si ammalano per le conseguenze dell’uso di questo tipo di arma. Tra tribunali amministrativi e civili — sono i puntuali numeri forniti dall’Osservatorio Militare presieduto da Domenico Leggiero, ex pilota dell’Aeronautica — ci sono già 43 sentenze di risarcimento. Tra queste 13 sono passate in giudicato.</div>
</div>
<div class="simple_text" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 30px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
<h3 style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #353942; font-family: title-display-heavy; font-size: 24px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; margin: 0px 0px 10px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
La battaglia dei familiari delle vittime</h3>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: title-regular; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
I familiari dei morti, o gli stessi malati, in una ventina di casi hanno ricevuto gli indennizzi: che si aggirano — parliamo delle cause relative ai decessi — attorno al milione di euro. Tra soldati morti e bambini malformati: l’uranio impoverito uccide nel silenzio. La prima vittoria giuridica è stata quella del 3 novembre 2012, quando il Tribunale civile di Roma stabilì, con una sentenza, che a uccidere Andrea Antonaci (militare che aveva prestato servizio in Bosnia), era stato l’uranio impoverito. Motivo per cui il ministero della Difesa fu condannato a pagare quasi un milione di euro ai familiari, perché finalmente era stato stabilito il nesso causale fra la patologia contratta dal ragazzo (un linfoma di Hodgkin) e l’esposizione all’U235.</div>
</div>
<div class="simple_text" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 30px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
<h3 style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #353942; font-family: title-display-heavy; font-size: 24px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; margin: 0px 0px 10px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Il diario straziante dell’incursore Danise</h3>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: title-regular; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
Il «bollettino di guerra» si aggiorna, purtroppo, di frequente: lo sorso anno aveva toccato l’Italia la morte di Gianluca Danise, incursore dell’Aeronautica, veterano di tante missioni all’estero, Kosovo, Albania, Eritrea, Afghanistan, Iraq e Gibuti (<span style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: italic; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">sfiorate l’icona blu per leggere la sua storia sul «Corriere»</span>). Strazianti, ma al tempo stesso colme d’amore indirizzato alla famiglia, le parole lasciate nel suo diario online che raccontano la sua malattia: «Ho paura di morire e non poter dare un futuro a mia moglie e a mia figlia... Ho paura di morire prima di aver sistemato la maledetta burocrazia militare e civile...». Non è escluso che il male che lo ha stroncato si sia sviluppato in Kosovo.<br />
<span style="color: #353942; font-family: inherit; font-size: 24px; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"><br /></span>
<span style="color: #353942; font-family: inherit; font-size: 24px; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;">«Gli americani giravano in tute da marziani»</span></div>
</div>
<div class="simple_text" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 30px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: title-regular; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
«Vedevamo gli americani e ci chiedevamo perché girassero bardati a quel modo — aveva raccontato Danise —. Sembravano marziani. Sembravano personaggi di quei film tipo “Virus”. Avevano attrezzature per maneggiare i materiali di cui noi non disponevamo. Non ci siamo mai chiesti perché loro fossero cosi equipaggiati, pensavamo fossero loro a esagerare. Dopo il Kosovo, al rientro dalla seconda missione che ho fatto in Eritrea, cominciai a leggere i giornali e mi si gelò il sangue. Era l’epoca in cui si iniziava a parlare dell’uranio impoverito. Speravo di non essere tra gli sfortunati. Invece nel 2010 è toccato anche a me. È partito tutto da un mal di orecchie e mi si è stravolta la vita». Danise era morto nel dicembre 2015 e a febbraio 2016 la moglie aveva denunciato: «Non ho ancora avuto notizie sulla pensione di mio marito, non ho i soldi per vivere» </div>
</div>
<br />
<div class="simple_text" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 30px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
<h3 style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #353942; font-family: title-display-heavy; font-size: 24px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; margin: 0px 0px 10px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Quattro commissioni parlamentari d’inchiesta</h3>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: title-regular; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 24px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;">
Per fare luce sui numeri di questa «battaglia» dimenticata non sono servite tre commissioni d’inchiesta parlamentari. Regolarmente azzoppate dal crollo anticipato delle legislature. Ora ne è decollata una quarta, presieduta dal deputato Pd Gian Piero Scanu. Che ha ricevuto da Mauro Pili, suo collega di Unidos, il fascicolo riguardante Caboni. E acquisito dalla commissione. I cui lavori marciano spediti. In questi giorni alla Camera sono stati sentiti ufficiali e medici delle Forze Armate. L’obiettivo? Scanu parla di «un atto di indirizzo che impegni governo e Parlamento ad attuare con la massima tempestività le disposizioni che la Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito della Camera indicherà come non più procrastinabili». Insomma: una legge che chiarisca di chi sono le colpe e soprattutto come debbano essere definiti gli indennizzi.</div>
</div>
<div class="pubDate" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #656565; font-family: main-heavy; font-size: 18px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 18px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
9 marzo 2017</div>
</div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-83447645220070924092016-05-10T05:39:00.001-07:002016-05-10T05:40:19.148-07:00RELAZIONE 2016 SULL'EXPORT DI ARMI: LA TABELLA DELLE BANCHE ARMATE!<div style="background-color: white; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #336699; font-family: "verdana"; font-size: 13.5pt;"><span style="color: black; font-size: xx-small;">dal sito </span></span><span style="font-family: "verdana"; font-size: xx-small;">http://www.banchearmate.it/home.htm</span></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333300; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;">
<span style="color: #336699; font-family: "verdana"; font-size: 13.5pt;"><span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small;"><br /></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333300; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;">
<span style="color: #336699; font-family: "verdana"; font-size: 13.5pt;"><span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small;">La <b>Relazione 2016</b> del governo Renzi sull'export di armamenti <b>non ha ripristinato la trasparenza</b> sulle operazioni svolte dalle banche: non solo non ha reintodotto l'elenco di dettaglio delle operazioni bancarie (scomparso dal 2008 senza alcuna giustificazione al Parlamento), ma invece dell'elenco delle "<b>Operazioni Autorizzate</b>" riporta anche quest'anno solo quello delle "<b>Operazioni segnalate</b>", quelle cioè che ogni anno svolge ogni banca, ma che non permettono di risalire all'intera operazione autotizzata. <b>Ecco i primi commenti e le tabelle</b>:</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333300; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;">
<span style="color: #336699; font-family: "verdana"; font-size: 13.5pt;"><span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small;"><br /></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333300; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="color: #ffff99; font-family: "verdana"; font-size: 10pt;"><a href="http://www.banchearmate.it/Dati/Relazioni/2002/frame_Elenco.htm" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank"><span style="color: #ffcc33;"><img border="0" src="http://www.banchearmate.it/Freccia_b.gif" height="10" id="_x0000_i1026" width="5" /> </span></a></span></b><span style="font-family: "verdana" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;"><b><span style="color: red;">Tutta la Relazione 2016: dal sito del </span><span style="font-family: "verdana" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;"><b><span style="color: red;"><a href="http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/docnonleg/32339.htm" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank">Senato</a></span></b></span><span style="color: red;"> e della <a href="http://www.camera.it/leg17/494?idLegislatura=17&categoria=067&tipologiaDoc=elenco_categoria" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank">Camera</a></span></b></span></span><br />
<b><span style="color: #ffff99; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt;"><br /></span></b>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="color: #ffff99; font-family: "verdana"; font-size: 10pt;"><span style="color: #ffcc33; text-decoration: none;"><a href="http://www.banchearmate.it/Dati/Relazioni/2002/frame_Elenco.htm" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank"><img border="0" src="http://www.banchearmate.it/Freccia_b.gif" height="10" id="_x0000_i1026" width="5" /> </a></span></span></b><span style="font-family: "verdana" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;"><b><span style="color: red;">La Tabella 2016 delle "banche armate"</span></b></span><b> </b><span style="color: #ffcc66; font-family: "verdana"; font-size: 10pt;"><a href="http://www.banchearmate.it/2016/Banche2016_AA_2015.pdf" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank"><b>(in .pdf)</b></a></span><b><span style="color: #336699; font-family: "verdana"; font-size: 13.5pt;"> </span></b></span><br />
<b><span style="color: #ffff99; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt;"><br /></span></b>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="color: #ffff99; font-family: "verdana"; font-size: 10pt;"><span style="color: #ffcc33; text-decoration: none;"><a href="http://www.banchearmate.it/Dati/Relazioni/2002/frame_Elenco.htm" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank"><img border="0" src="http://www.banchearmate.it/Freccia_b.gif" height="10" id="_x0000_i1026" width="5" /></a></span></span></b><span style="font-family: "verdana" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;"><b> <span style="color: red;">Banche e programmi intergovernativi</span></b></span><b> </b><span style="color: #ffcc66; font-family: "verdana"; font-size: 10pt;"><a href="http://www.banchearmate.it/2016/Banche2016_InterGov_tabellaKK_2015.pdf" style="color: #cc3399; text-decoration: none;" target="_blank"><b>(in .pdf)</b></a></span></span></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-37235249960776276832015-08-31T07:55:00.000-07:002015-08-31T07:55:31.811-07:00corpi civili di pace: il sogno diventa realtàhttp://www.difesacivilenonviolenta.org/corpi-civili-di-pace-il-sogno-diventa-realta/<br />
<br />
<br />
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #888888; font-family: 'Open Sans', Helvetica, Arial; font-size: 12px; line-height: 20.3999996185303px; margin-bottom: 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; color: maroon; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">di Diego Cipriani – per Italia Caritas</strong></em></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #888888; font-family: 'Open Sans', Helvetica, Arial; font-size: 12px; line-height: 20.3999996185303px; margin-bottom: 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; color: maroon; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Finalmente pubblicato il decreto del governo che disciplina individuazione e impiego di 500 giovani che, nel mondo, opereranno in aree a rischio di conflitto o emergenza ambientale. Sperimentazione delicata: entro l’anno il primo contingente?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #888888; font-family: 'Open Sans', Helvetica, Arial; font-size: 12px; line-height: 20.3999996185303px; margin-bottom: 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://www.difesacivilenonviolenta.org/wp-content/uploads/2015/07/corpi_civili_pace_sogno.jpg" style="border: 0px; color: #777777; cursor: pointer; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; text-decoration: none; transition: all 0.3s ease; vertical-align: baseline;"><img alt="Corpi civili pace sogno" class="alignright wp-image-863" height="272" src="http://www.difesacivilenonviolenta.org/wp-content/uploads/2015/07/corpi_civili_pace_sogno.jpg" style="border: 0px; display: block; float: right; height: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: 20px; max-width: 100%;" width="400" /></a>Era stato il sogno di don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta presidente di Pax Christi che, nel dicembre 1992, si era messo alla testa dei 500 pacifisti che avevano sfidato l’assedio di Sarajevo per realizzare “un’altra Onu: quella dei popoli, della base”. Si era concretizzato in un progetto che Alex Langer, eurodeputato “verde” altoatesino, a metà degli anni Novanta, aveva presentato al Parlamento europeo, per creare un “Corpo civile di pace europeo”. Finalmente quel sogno e quel progetto stanno per diventare realtà.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">La legge di stabilità per il 2014 ha stanziato 3 milioni di euro per il triennio 2014-2016, al fine di istituire un “contingente di corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale”. Dopo 17 mesi, è arrivato l’atteso decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministro degli esteri, che detta le linee sull’organizzazione dei Corpi civili di pace.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #888888; font-family: 'Open Sans', Helvetica, Arial; font-size: 12px; line-height: 20.3999996185303px; margin-bottom: 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Sei campi d’azione</span></strong><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">È interessante notare che nelle premesse del decreto viene esplicitamente citato il famoso rapporto «Un’Agenda per la pace» che il Segretario generale delle Nazioni Unite stilò nel 1992 per disegnare, all’indomani della fine della guerra fredda e della prima guerra del Golfo, i nuovi compiti che attendevano l’Onu di fronte alle sfide della pace. Diplomazia preventiva, pacificazione, mantenimento della pace e costruzione della pace dopo un conflitto sono compiti che, seppur trasformati in questi decenni, sono entrati ormai nella prassi delle organizzazioni internazionali in caso di conflitto. In tutte queste fasi d’intervento, viene contemplata la presenza di personale civile non armato (che in alcuni casi, si preferisce al personale militare in armi), a sottolineare come la soluzione dei conflitti e la costruzione della pace non passino necessariamente per la via delle armi.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">È quello che da anni anche il movimento per la pace in Italia chiede alle istituzioni, sulla scorta dell’esperienza degli obiettori di coscienza al servizio militare che, per 40 anni, hanno realizzato una “difesa della patria” civile, non armata e nonviolenta. È quello, inoltre, che migliaia di “caschi bianchi” hanno fatto in questi ultimi anni col loro servizio civile all’estero.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #888888; font-family: 'Open Sans', Helvetica, Arial; font-size: 12px; line-height: 20.3999996185303px; margin-bottom: 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Ma come verranno organizzati questi Ccp?</span></strong><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">I corpi civili di pace potranno agire nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto, oppure nelle aree di emergenza ambientale, in sei campi d’azione: il sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione; il sostegno alla società civile locale per la risoluzione dei conflitti; il monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario; le attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti, e il reinserimento sociale degli ex combattenti; l’educazione alla pace; il sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Trattandosi di una sperimentazione, e non possedendo già l’Italia un “corpo” di civili da dispiegare in situazioni particolari, a realizzare queste azioni saranno i giovani del Servizio civile nazionale, che verranno inseriti in progetti speciali che gli enti proporranno e che si potranno avvalere della partecipazione attiva di attori locali, in un’ottica di cooperazione.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #888888; font-family: 'Open Sans', Helvetica, Arial; font-size: 12px; line-height: 20.3999996185303px; margin-bottom: 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Formazione intensiva</span></strong><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Gli enti dovranno indicare nei progetti che intendono proporre la tipologia del conflitto o dell’emergenza ambientale nella quale intervenire, le modalità di attuazione, le attività da svolgere e l’impatto di queste sulle dinamiche del conflitto, nonché le modalità di coinvolgimento dei giovani in servizio civile, le caratteristiche di idoneità fisica e psicologica, di preparazione e specializzazione personale che questi dovranno possedere, la conoscenza delle lingue straniere richiesta e i programmi dei percorsi formativi.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">A proposito di formazione dei volontari, quella generale teorico-pratica durerà almeno 100 ore, mentre quella specifica almeno 70. Un impegno abbastanza gravoso, per il quale sarà riconosciuto all’ente un contributo di 700 euro per ciascun giovane (contro i 180 euro attuali). Oltre a ciò, una parte delle risorse verrà destinata alla formazione dei formatori degli enti che partecipano alla sperimentazione, anche con la collaborazione centri di ricerca o istituti universitari esteri.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Il decreto, inoltre, prevede anche disposizioni in materia di sicurezza, tema sul quale vigilerà il ministero degli esteri. Prima di recarsi all’estero, i volontari saranno tenuti a partecipare ad attività di sensibilizzazione in materia di sicurezza, ma anche in loco le nostre rappresentanze diplomatiche organizzeranno attività specifiche nella zona di intervento.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Trattandosi di una sperimentazione è importante non solo che essa “funzioni” correttamente, ma che ci sia qualcuno a verificarla. Ci penserà un apposito Comitato di monitoraggio e valutazione, che oltre alle presenze istituzionali e ai rappresentanti degli enti vedrà la partecipazione di personalità del mondo accademico e della società civile con provata esperienza.</span><br /><span style="border: 0px; color: black; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Fin qui i contenuti del decreto. Si attendono adesso le modalità operative per permettere agli enti di presentare i progetti, che saranno sottoposti a valutazione. Seguirà poi il bando speciale per raccogliere le candidature dei giovani e finalmente la partenza del primo contingente, che si spera possa avvenire entro fine anno.</span></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-86264699350302054732015-08-18T07:56:00.002-07:002015-08-18T07:56:26.860-07:00GOLDMAN SACHS - NATO CORP.<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: white; font-family: HelveticaNeue, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, 'Lucida Grande', sans-serif; font-size: 12px;">
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<br /></div>
<div class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97172" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;"> </span></div>
<div class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97171" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97170" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">di Manlio Dinucci</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;"> </span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">(il manifesto, 18 agosto 2015)</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;"> </span></div>
<div class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97177" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">Dopo essere stato dal 2009 al 2014 segretario generale della NATO (sotto comando USA), Anders Fogh Rasmussen è stato assunto come consulente internazionale dalla Goldman Sachs, la più potente banca d’affari statunitense.</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">Il curriculum di Rasmussen è prestigioso. Come primo ministro danese (2001-2009), si è adoperato per «l’allargamento della UE e della NATO contribuendo alla pace e prosperità in Europa». Come segretario generale, ha rappresentato la NATO nel suo «picco operativo con sei operazioni in tre continenti», tra cui le guerre in Afghanistan e Libia, e, «in risposta all’aggressione russa all’Ucraina, ha rafforzato la difesa collettiva a un livello senza precedenti dalla fine della guerra fredda». Rasmussen inoltre ha sostenuto il «Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP)» tra Stati Uniti e UE, base economica di «una comunità transatlantica integrata».</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">Competenze preziose per la Goldman Sachs, la cui strategia è allo stesso tempo finanziaria, politica e militare. Suoi dirigenti e consulenti, dopo anni di lavoro alla grande banca, sono stati messi in posti chiave nel governo USA e in altri: tra questi Mario Draghi (governatore della Banca d’Italia, poi presidente della BCE) e Mario Monti (nominato capo del governo dal presidente Napolitano nel 2011).</span></div>
<div class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97179" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97178" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">Non c’è quindi da stupirsi che la Goldman Sachs abbia le mani in pasta nelle guerre condotte dalla NATO. Ad esempio, in quella contro la Libia: si è prima impadronita (adducendo perdite del 98%) di fondi statali per 1,3 miliardi di dollari, che Tripoli le aveva affidato nel 2008; ha quindi partecipato nel 2011 alla grande rapina dei fondi sovrani libici (stimati in circa 150 miliardi di dollari) che USA e UE hanno «congelato» al momento della guerra. E, per gestire attraverso il controllo della «Central Bank of Libya» i nuovi fondi ricavati dall’export petrolifero, la Goldman Sachs si appresta a sbarcare in Libia con la progettata operazione USA/NATO sotto bandiera UE e «guida italiana».</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">In base a una lucida «teoria del caos», si sfrutta la caotica situazione provocata dalle guerre contro Libia e Siria, strumentalizzando e incanalando verso Italia e Grecia (tra i Paesi più deboli della UE) il tragico esodo dei migranti conseguente a tali guerre. Esso serve come arma di guerra psicologica e pressione economica per dimostrare la necessità di una «operazione umanitaria di pace», mirante in realtà all’occupazione militare delle zone strategicamente ed economicamente più importanti della Libia.</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">Come la NATO, la Goldman Sachs è funzionale alla strategia di Washington che vuole una Europa assoggettata agli Stati Uniti. Dopo aver contribuito con la truffa dei mutui subprime a provocare la crisi finanziaria, che dagli Stati Uniti ha investito l’Europa, la Goldman Sachs ha speculato sulla crisi europea, consigliando «gli investitori a trarre vantaggio dalla crisi finanziaria in Europa» (si veda il rapporto riservato reso noto dal Wall Street Journal nel 2011).</span></div>
<div class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97181" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" id="yui_3_16_0_1_1439880370235_97180" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">E, secondo documentate inchieste effettuate nel 2010-2012 da Der Spiegel, New York Times, BBC, Bloomberg News, la Goldman Sachs ha camuffato, con complesse operazioni finanziarie («prestiti nascosti» a condizioni capestro e spaccio di «titoli tossici» USA), il vero ammontare del debito greco. In tale faccenda, la Goldman Sachs si è mossa più abilmente di Germania, BCE e FMI, il cui cappio messo al collo della Grecia è evidente.</span></div>
<div class="" style="text-align: justify; text-indent: 21.3pt;">
<span class="" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 18px;">Reclutando Rasmussen, con la rete internazionale di rapporti politici e militari da lui tessuta nei cinque anni alla NATO, la Goldman Sachs potenzia la sua capacità di influenza e penetrazione.</span></div>
<div dir="ltr">
</div>
</div>
<br />francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-73594514977041628642015-05-25T00:36:00.001-07:002015-05-25T00:36:10.612-07:00Grottaglie sarà centro aerospaziale dei droni di Antonio Mazzeohttp://www.pressenza.com/it/2015/05/grottaglie-sara-centro-aerospaziale-dei-droni/<br />
<br />
<h1 style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #40454d; font-family: Play; font-size: 30px; font-weight: 500; line-height: 1.1; margin: 4px 0px 8px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: #666666; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: 700;">24.05.2015</span></h1>
<div class="article-view-content" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;"><br /></span></div>
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;">Governo nazionale, Regione Puglia, Finmeccanica e forze armate candidano lo scalo aeroportuale “Marcello Arlotta” di Grottaglie, Taranto, a futura base europea per la sperimentazione aerospaziale dei droni. Il 14 maggio si è insediato nell’aeroporto tarantino il tavolo tecnico che dovrà definire le regole per l’integrazione dei velivoli a pilotaggio remoto nello spazio aereo civile. All’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, l’amministratore unico di Aeroporti di Puglia S.p.A., </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">Giuseppe Acierno</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">; i direttori generali dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac),</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">Alessio Quaranta</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;"> e dell’Ente per l’assistenza al volo (Enav), </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">Massimo Bellizzi</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">; il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">Roberto Battiston;</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;"> i rappresentanti degli Stati Maggiori dell’Aeronautica e della Marina militare, nonché gli amministratori di alcune delle imprese interessate al progetto droni, prima fra tutte Alenia Aermacchi (Finmeccanica) che dal 2006 a Monteiasi–Grottaglie produce per la statunitense Boeing le sezioni di fusoliera in fibra di carbonio dell’aereo 787 Dreamliner.</span></div>
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;">“Il programma di sviluppo dello scalo di Grottaglie si articolerà su tre principali direttrici: manifatturiera, logistica e sperimentazione di soluzioni aeronautiche con e senza pilota”, concordano i partecipanti al tavolo tecnico. “L’ampiezza, la flessibilità operativa, l’essere inserita nel corridoio di volo per aerei non pilotati e la collocazione geografica dell’infrastruttura, rendono l’aeroporto tarantino un asset nazionale ed europeo unico. Grottaglie può proporsi come luogo idoneo per i Test Range dell’aviazione e, non ultimo, per i mezzi a pilotaggio remoto”. L’obiettivo di industriali, centri di ricerca, forze armate e Regione Puglia è quello d’intercettare una parte dei finanziamenti del nuovo programma Ue per la ricerca e l’innovazione “Horizon 2020” (ammontare complessivo 80 miliardi di euro, 13 dei quali provenienti dall’Italia).</span></div>
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;">Le autorità pugliesi hanno posto grande attenzione al settore aerospaziale e al business internazionale che potrà derivare a breve e medio termine dallo sviluppo dei velivoli a pilotaggio remoto, civili e militari. “Abbiamo posto alla base della nuova programmazione 2014–2020 la realizzazione a Grottaglie di un’infrastruttura caratterizzata da favorevoli condizioni logistiche e meteo e abbiamo avviato un significativo progetto di ampliamento dello scalo che tiene conto, peraltro, delle esigenze espresse dai partner industriali coinvolti in questo ambizioso programma di insediamento produttivo”, afferma il governatore uscente Niki Vendola, dal 2014 alla guida di</span><i style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; color: black;">Nereus</span></i><span style="box-sizing: border-box; color: black;">, la rete delle regioni spaziali d’Europa. La Regione ha promosso inoltre la creazione del Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) pugliese, </span><i style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; color: black;">società consortile senza fini di lucro</span></i><span style="box-sizing: border-box; color: black;"> a cui aderiscono alcune imprese del settore aerospaziale, università e centri di ricerca pubblici e privati presenti in Puglia. Nel maggio 2014 la Dta ha firmato a Tolosa un accordo di cooperazione internazionale per lo sviluppo del settore aerospaziale con Aerospace Valley (AV) della regione Midi-Pyrenées (Francia) ed il Distretto per le tecnologie e le applicazioni spaziali “si-Cluster” greco.</span></div>
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;">“Sempre in ambito spaziale, </span>per Grottaglie si aprono prospettive anche nell’ambito della ricerca e dello sviluppo dei voli suborbitali, che dovrebbero consentire di viaggiare a velocità finora impensabili e coprire in poco tempo anche voli transoceanici”, ha dichiarato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (ASI), Roberto Battiston. L’Agenzia spaziale ha sottoscritto una convenzione con la Regione Puglia per la valorizzazione dell’infrastruttura tarantina. “Proprio a marzo scorso, a Washington, nella sede dell’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti, è stato firmato un Memorandum di cooperazione tra ENAC e Federal Aviation Administration, per lo sviluppo del trasporto commerciale sub spaziale e Grottaglie potrebbe esserne uno dei punti di riferimento”, riferisce l’ASI. Sono già una decina le imprese e i gruppi industriali che hanno manifestato la volontà di attivare a Grottaglie investimenti per centinaia di milioni di euro: tra essi compaiono Alenia, Selex ES, <span style="box-sizing: border-box; color: black;">AgustaWestland, Vitrociset, Ids, Sipal, ecc. Le aziende del gruppo Finmeccanica, in particolare, sono impegnate attualmente con altri partner europei nella realizzazione di due prototipi di grandi droni d’attacco e bombardamento aereo, il nEUROn e l’Euro-drone.</span></div>
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;">Il sedime aeroportuale di Grottaglie si estende all’interno di un perimetro di poco superiore ai 6 Km, su una superficie di 160 ettari. </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">D</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">al 2013 lo scalo è inserito nella lista degli aeroporti di “rilevanza nazionale” del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e vanta la pista più lunga di tutto il sud Italia (3.200 metri di lunghezza) per gli atterraggi dei pesantissimi aerei cargo Boeing 747-400 LCF su cui intervengono le maestranze di Alenia Aemacchi. Nonostante le sue enormi potenzialità per il traffico aereo civile, Grottaglie è in massima parte utilizzato solo a fini militari. Dal 1982 ospita la stazione aerea “Maristaer” della Marina militare che gestisce le attività del gruppo di volo “Grupaer” operante sui cacciabombardieri imbarcati a decollo verticale AV-8B “Harrier II” e del “Grupelicot 4” basato su elicotteri AB 212 ASu/ASW per la lotta antinave e antisommergibile </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">e</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;"> AB 212 NLA e SH-3D “Sea King” a supporto del Reggimento “San Marco”, del </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">Gruppo operativo incursori del Comsubin</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">e di altre forze speciali d’assalto italiane e Nato. Oltre alle guerra navale e anfibia, i reparti di Grottaglie concorrono alle attività di trasporto tattico, ricognizione, scorta armata a mezzi terrestri, ricerca e soccorso in mare, evacuazione medica, assistenza in caso di calamità naturali e “controllo anti-immigrazione clandestina”. Attualmente è in corso la sostituzione di tutti i vecchi AB-212 con i nuovi elicotteri NH-90 NFH testati al Centro Aeromarittimo di Luni-Sarzana (La Spezia).</span></div>
<div style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 15px;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;">A partire dal 2017, Grottaglie accoglierà anche i primi esemplari del cacciabombardiere di ultima generazione F-35B, versione a decollo verticale STOVL. Nei piani di Aeronautica e Marina, nella base tarantina saranno rischierati sino a 30 di questi costosissimi velivoli da guerra. Il ministero della Difesa ha già stanziato </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">3 milioni di euro circa per la “progettazione esecutiva e la realizzazione di un fabbricato per la sistemazione di un </span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">simulatore di volo</span><span style="box-sizing: border-box; color: black;">” per la Marina e 1,25 milioni per la costruzione di un magazzino per i pezzi di ricambio e gli strumenti necessari all’aggiornamento dei velivoli destinati all’Aeronautica militare. Oltre che da Grottaglie, i cacciabombardieri F-35 opereranno pure da un secondo scalo pugliese, quello di Amendola (Foggia), che ospita oggi il centro di comando e controllo operativo di tutti i droni in dotazione alle forze armate italiane.</span></div>
</div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-12319121299995714392015-03-19T02:33:00.002-07:002015-03-19T02:33:43.166-07:00Il boom dell'industria bellica<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Times New Roman; font-size: 12.8000001907349px;"><span><span style="font-size: x-small;">di</span> </span><span style="font-size: x-small;">Manlio Dinucci</span></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8000001907349px;"></span><br />
<blockquote style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8000001907349px;">
<div>
Il commercio internazionale di armamenti è cresciuto come volume del 16% in cinque anni e continuerà ad aumentare: lo confermano i dati diffusi il 16 marzo 2015 dal Sipri. Principali esportatori restano gli Stati uniti (col 31% dell’export mondiale), seguiti da Russia (27%), Cina (passata dal sesto al terzo posto col 5%), Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia, Ucraina e Israele. L’Italia – il cui export militare è cresciuto di oltre il 30% in cinque anni e aumenterà ulteriormente grazie alla riconversione di Finmeccanica dal civile al militare – è quindi l’ottavo esportatore mondiale di armamenti, che fornisce soprattutto a Emirati Arabi Uniti, India e Turchia. Principali importatori mondiali sono India, Arabia Saudita, Cina, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Australia, Turchia, Stati Uniti (che importano armamenti tedeschi, britannici e canadesi). In forte aumento l’import militare delle monarchie del Golfo (71% in cinque anni), e in generale del Medioriente (54%), e quello dell’Africa (45%). Nessuno conosce però il reale volume e valore dei trasferimenti internazionali di armi, diversi dei quali avvengono in base a transazioni politiche. Il tutto sotto il paravento del Trattato sul commercio di armamenti, varato solennemente dall’Onu due anni fa. Questa è solo la punta dell’iceberg della produzione di armamenti, per la maggior parte destinata alle forze armate degli stessi paesi produttori. In testa gli Stati Uniti, che stanziano (stando alle sole cifre del budget del Pentagono) circa 95 miliardi di dollari annui per l’acquisto di armamenti: una enorme quantità di denaro pubblico che, riversata nelle casse delle maggiori industrie belliche Usa (Lockheed-Martin. Boeing, Raytheon, Northrop Grumman, General Dynamics, United Technologies), permette loro di collocarsi al primi posti su scala mondiale. Poiché il business delle armi aumenta man mano che crescono le tensioni e le guerre, l’esplosione della crisi ucraina e il conseguente confronto Nato-Russia hanno rappresentato una fortuna per i grossi azionisti delle industrie belliche statunitensi ed europee. Nell’esercitazione Nato che si svolge questo mese in Polonia, gli Usa schiereranno una batteria di missili Patriot «quale deterrente all’aggressione sul fianco orientale». In realtà soprattutto perché la Polonia deve decidere entro l’anno se acquistare i missili Patriot, prodotti dalla statunitense Raytheon, o quelli analoghi del consorzio franco-italiano Eurosam: un affare da 8 miliardi di dollari, nel quadro di uno stanziamento di 42 miliardi (quasi 40 miliardi di euro) deciso da Varsavia per potenziare le sue forze armate. La Polonia intende anche acquistare tre nuovi sottomarini da attacco, armandoli di missili da crociera (a duplice capacità convenzionale e nucleare) forniti dalla Raytheon o dalla francese Dcns. Stesso business in Ucraina: Washington ha annunciato una nuova fornitura a Kiev, da 75 milioni di dollari, di materiali militari «non-letali», tra cui centinaia di blindati «non-armati» che possono essere facilmente armati con sistemi prodotti in Ucraina o importati. Poroshenko ha annunciato, il 13 marzo, che il governo di Kiev ha firmato contratti per importare «armi letali» da 11 paesi dell’Unione europea, tra cui certamente l’Italia. In piena attività anche le industrie belliche russa e cinese. Per controbilanciare la forza navale Usa, che dispone di circa 300 navi da guerra comprese 10 portaerei, la Russia sta costruendo simultaneamente quattro sottomarini nucleari e la Cina si sta dotando di una seconda portaerei prodotta nazionalmente. Così il mondo fabbrica gli strumenti della sua distruzione. (il manifesto, 17 marzo 2015)</div>
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<a href="http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/03/18/news/finmeccanica_lasciati_i_trasporti_scommette_sulle_armi-109892861/" style="color: #1155cc;" target="_blank">http://www.repubblica.it/<wbr></wbr>economia/finanza/2015/03/18/<wbr></wbr>news/finmeccanica_lasciati_i_<wbr></wbr>trasporti_scommette_sulle_<wbr></wbr>armi-109892861/</a></div>
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<span style="font-family: Arial; font-size: x-small;"></span> </div>
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L'ex amministratore delegato di Ferrovie giunge a Finmeccanica dopo la cessione delle controllate nei Trasporti e punta sull'Aerospazio e la Difesa<br /><strong>MILANO -</strong> Finché c'è guerra c'è speranza, recitava il titolo di una commedia cinematografica italiana degli anni '60. Qualche decennio dopo, per chi opera nel settore della Difesa e della Sicurezza non è necessario fare il tifo perché non manchino mai crisi internazionale destinate a sfociare in un conflitto armato. Bastano e avanzano le politiche di spesa da utilizzare come deterrente. Soprattutto da quando nuove "potenze" mondiali si sono affacciate sullo scenario internazionale e si stanno dotando di un esercito all'altezza del nuovo ruolo. E' su questo che scommette in buona parte Finmeccanica per rilanciare le sue controllate, dopo la vendita del settore trasporti, con i bus Menarini e AnsaldoEnergia finite ai cinesi e Ansaldo Breda e AnsaldoSts rilevate dai giapponesi. E non occorre essere esperti di strategie geopolitico-militari per scriverlo, visto che è stata la stessa Finmeccanica a metterlo nero su bianco: "Il gruppo prevede una crescita complessiva nei prossimi anni dei mercati della Aerospazio, Difesa e Sicurezza, trainata principalmente dall'aeronautica commerciale e militare, dalla crescita delle spese per la Difesa da parte delle economie emergenti e dalla domanda di sistemi di tutela da minacce assimmetriche".<br /><br />In sostanza, i manager guidati dall'ex numero uno di Ferrovie Mauro Moretti puntano ai mercati di quei paesi che grazie alla nuova ricchezza hanno bilanci che possono ancora permettersi di far crescere il debito pubblico, nonché a quel capitolo di spesa cui nessun governo al mondo puo' rinunciare e He risponde al nome di lotta al terrorismo. Cercando di prevenire le polemiche, lo stesso Moretti - durante la sua recente audizione alla commissione Industria del Senato - ha fatto professione di realismo: il pacifismo - ha ammesso - e' una bella cosa ma poi bisogna fare i conti con le imprese e i posti di lavoro".</div>
</blockquote>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-53873626154740495682014-12-24T13:40:00.000-08:002014-12-24T13:40:00.649-08:00Il Trattato internazionale sugli armamenti diventa legge: un’era nuova per fermare la violenza armata.<div class="headings" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; margin: 1em 0px;">
<h1 style="color: #183952; font-size: 1.3em; margin: 0px;">
<br /></h1>
<div class="subhead" style="font-style: italic;">
Un grande regalo per la società civile internazionale che da anni lavora per rendere vincolante ed efficace un controllo sul commercio di armamenti: da oggi infatti entra in vigore il Trattato Internazionale sugli armamenti già ratificato da oltre 60 paesi (tra cui l’Italia). Da oggi nuove regole e controlli potranno nascere per mettere un freno alle transazioni irresponsabili di un mercato che vale circa 100 miliardi di dollari all’anno.</div>
<div class="notes" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
</div>
<div class="source" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
Fonte: Rete Disarmo - 24 dicembre 2014</div>
</div>
<div id="article-text" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px;">
<img alt="Mettici la faccia" class="right" src="http://www.disarmo.org/rete/images/18293_a41107.jpg" height="387" style="border-width: 0px; float: right; margin: 1em 0em 1em 1em;" width="300" />Il Trattato internazionale sugli armamenti (ATT) che entra in vigore proprio oggi, alla vigilia di Natale, segna un <b>passaggio epocale importantissimo per il controllo e il monitoraggio dei sistemi d'arma convenzionali</b>. Con esso si introdurrà la possibilità di far prevalere considerazioni legate ai diritti umani e alla sicurezza delle popolazioni sugli affari ed i guadagni legati a questo tipo di produzione.<br />
<b>L'entrata in vigore del Trattato corona gli sforzi di due decenni della società civile internazionale, tra cui anche la Rete italiana per il Disarmo, riunita sotto la campagna Control Arms</b>. Da oggi in poi - per la prima volta – nella legislazione internazionale troverà posto il testo di un Trattato che esplicitamente inserirà i diritti umani e l'impatto sociale tra le valutazioni necessarie per concludere transazioni di armi. <b>Almeno mezzo milione di persone muore ogni anno e molte di più sono ferite, torturate, violentate come risultato di un commercio globale scarsamente regolato di armi e munizioni. Un commercio circondato da opacità segretezza ma che è stimato circa in 100 miliardi di dollari all'anno. </b><br />
Pur nella limitatezza di alcune prescrizioni, in attesa di un meccanismo di implementazione realmente efficace, il Trattato internazionale sugli armamenti include già un numero di regole forti in grado di <b>fermare il flusso di armamenti verso Paesi nei quali si teme la possibilità che proprio tali armi possano essere usate per genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra o violazioni dei diritti umani</b>.<br />
Anche la Rete Italiana per il Disarmo ha lavorato lungamente, fin dalla raccolta dei volti per la “Petizione da un milione di facce” a metà degli anni 2000, per ottenere questo risultato: “Siamo sicuramente soddisfatti che <b>l'Italia sia stata tra i primi Paesi a firmare e poi ratificare, con voto unanime del Parlamento</b>, questo trattato – commenta <b>Francesco Vignarca</b> coordinatore di Rete Disarmo – ben cinque dei 10 principali esportatori di armi, (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito oltre all'Italia) sono tra gli <b>oltre 60 Stati che hanno già ratificato questo testo di Trattato</b>” conclude Vignarca. La società civile internazionale e la campagna Control, Arms continueranno a esercitare la più alta pressione a livello istituzionale affinché questo numero continui a crescere e comprenda altri tra i principali paesi protagonisti del commercio di armi.<br />
“Come Rete Disarmo ha già sottolineato in numerose occasioni, <b>i</b><b>l nostro giudizio sul Trattato non può essere completamente positivo</b> poiché la sua adozione riguarda solo i principali sistemi d’arma più le armi leggere e di piccolo calibro – commenta <b>Maurizio Simoncelli vicepresidente dell’Istituto di Ricerca Archivio Disarmo</b> - In particolare permangono solo <b>una serie di limitate forme di controllo sulle munizioni</b> e sulle componenti di armi, mentre restano esclusi sia le armi da fuoco che non hanno un esclusivo uso militare <b>sia i trasferimenti di armi all'interno di accordi governativi e programmi di assistenza</b> e cooperazione militari”. Questi elementi convincono Rete Disarmo e le sue componenti a non accontentarsi del risultato ottenuto (che non è però di poco conto e che ci vede positivamente soddisfatti) ma a <b>continuare il lavoro soprattutto in termini di miglioramento futuro del testo</b> e di organizzazione adeguata dei <b>meccanismi della sua implementazione</b>.<br />
<img alt="ATT into force" class="left" src="http://www.disarmo.org/rete/images/19724_a41107.jpg" height="200" style="border-width: 0px; float: left; margin: 1em 1em 1em 0em;" width="300" />In questa storica giornata molto importanti e significative sono le parole del <b>Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon</b> che celebra l’entrata in vigore sottolineando che questo Trattato porta <b>“responsabilità, controllo e trasparenza”</b> nel mercato degli armamenti. Il Segretario Generale aveva già in passato sottolineato il ruolo essenziale della società civile per il raggiungimento di questo risultato e ricorda come sia “fondamentale che si continui a promuovere la partecipazione universale all’ATT incoraggiando tutti gli Stati, in particolare i principali esportatori e importatori di armi, ad aderire (…) <b>mi rivolgo a quegli Stati membri che non l'abbiano ancora fatto: aderite senza indugio</b>”.<br />
Questo importante momento non ci deve però allontanare dagli obiettivi concreti di lavoro per una migliore regolamentazione del commercio di armi che abbiamo di fronte anche nel nostro Paese.<br />
"Se è stato un merito dell'intero Parlamento italiano aver promosso in tempi brevi e unanimemente la ratifica di questo Trattato internazionale, <b>va però evidenziato che da sei anni le nostre Camere non stanno esaminando le Relazioni governative sulle esportazioni di sistemi militari italiani</b>, venendo meno al fondamentale compito di controllo dell'attività dell'esecutivo in una materia che ha rilevanti implicazioni sulla politica estera e di difesa del nostro paese" commenta <b>Giorgio Beretta</b> analista della Rete Italiana per il Disarmo. La nostra Rete rinnova pertanto <b>la richiesta alle competenti commissioni parlamentare di riprendere l'esame delle relazioni governative e di dedicare la dovuta attenzione a tutta la materia</b> delle esportazioni militari italiane aprendo il confronto con le sue associazioni e centri di ricerca che da anni pubblicano puntuali e dettagliate analisi. <img alt="Control arms" class="right" src="http://www.disarmo.org/rete/images/9902_a41107.jpg" height="207" style="border-width: 0px; float: right; margin: 1em 0em 1em 1em;" width="300" /><br />
"Non va dimenticato - aggiunge <b>Piergiulio Biatta</b>, presidente dell'Osservatorio sulle Armi Leggere (OPAL) di Brescia - che <b>l'Italia è il principale esportatore mondiale di armi leggere</b> che, come ha evidenziato il precedente segretario dell'Onu Kofi Annan, sono le <b>vere armi di distruzione di massa del nostro tempo</b>. L'entrata in vigore del Trattato internazionale deve perciò diventare l'occasione anche per il nostro Paese di definire <b>strumenti di maggior controllo e trasparenza</b> sulle esportazioni di queste armi: sono infatti molte le armi esportate anche dalla provincia di Brescia verso le zone di conflitto e a corpi di polizia e di pubblica sicurezza di governi autoritari e le cui violazioni dei diritti umani e civili sono tristemente note ed accertate". </div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-64513562989676524102014-12-11T04:17:00.002-08:002014-12-11T23:38:06.573-08:00Appunti e video della conferenza "Il porto dei destini (ancora) sospesi"<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Un Porto in cui i destini dei migranti in transito sembrano
“un po’ meno sospesi” <sup>(1)</sup>: questo è quello che emerge
dall’interessante dibattito che si è tenuto ieri con la presenza di Riccardo
Tumminia, dirigente della polizia di frontiera, e i rappresentanti di alcune
associazioni attive sul fronte dei diritti umani.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ovviamente se ci sono stati dei miglioramenti nel
sistema di accoglienza al Porto di Venezia questi sono in buona parte dovuti
all’azione di pressione, denuncia ed informazione che associazioni e attivisti
veneziani hanno svolto in particolare dal 2008 ad oggi, azione che è culminata
con la recente sentenza "Sharifi e altri" della Corte Europea dei diritti umani dell’ottobre
scorso <sup>(2)</sup>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Riccardo Tumminia ha infatti riconosciuto la
bontà e l'efficacia del percorso portato avanti dalle associazioni e l’importanza della
sentenza della Corte europea dei diritti umani ed ha inoltre ribadito la sua
disponibilità sia a garantire ai volontari l’accesso al Porto di Venezia sia a
trovare delle soluzioni – all’interno della premessa che la polizia di
frontiera deve fare rispettare le leggi, anche se queste leggi non sono giuste
o sono perfettibili – perché ad ogni cittadino straniero sia garantita la reale
possibilità di fare richiesta di asilo politico nelle migliori condizioni
possibili e nel rispetto delle norme vigenti e dei diritti umani.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
Oggi lo sforzo che è stato
fatto dalla polizia di frontiera è quello di garantire un colloquio a tutti i
migranti e di rilasciare un documento ufficiale a tutti i cittadini stranieri
che vengono respinti/riammessi dal Porto di Venezia verso la Grecia <sup>(3)</sup> ma ovviamente non è sufficiente: per questo è stato forte l’appello
lanciato da Alessandra Sciurba, Mariarita Peca <sup>(4) </sup>e Luca Mandro di condanna e richiesta di messa al bando di qualsiasi pratica di respingimento/riammissione con
affido diretto al comandante. Un migrante, dopo 30, 35 ore di estenuante
viaggio fatto spesso in condizioni precarie (e che è solo l’ultimo pezzo di un
viaggio di migliaia di chilometri che può durare mesi, a volte anni), non può essere
costretto a “giocarsi” la vita e il futuro in pochi minuti. Devono esserci – in
tutti i porti dell’Adriatico – spazi adeguati dedicati all’incontro con i
migranti, personale preparato, interpreti e mediatori che forniscano
informazioni complete e chiare e non ci deve essere “fretta” di riaffidare al
comandante queste persone. Perché non ci possono essere mezze misure nel
rispetto e nella tutela dei diritti umani. <o:p></o:p><br />
<br />
Grazie ad Mariarita, Alessandra e Luca</div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText">
Note<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<sup> (1) </sup>Il
libro “il porto dei destini sospesi” (in pdf): <a href="https://antidiscriminazionivenezia.files.wordpress.com/2012/09/ilportodeidestinisospesi.pdf">https://antidiscriminazionivenezia.files.wordpress.com/2012/09/ilportodeidestinisospesi.pdf</a><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<sup>(2)</sup> Sentenza CEDU: <a href="http://www.meltingpot.org/Sentenza-CEDU-del-21-ottobre-2014-Caso-Sharfi-and-others-v.html#.VIlPEtKG-2Y">http://www.meltingpot.org/Sentenza-CEDU-del-21-ottobre-2014-Caso-Sharfi-and-others-v.html#.VIlPEtKG-2Y</a>
e commento alla sentenza a cura di Alessandra Sciurba: <a href="http://www.meltingpot.org/Caso-Sharifi-et-al-v-Italia-e-Grecia-La-Corte-di-Strasburgo.html#.VIlPIdKG-2Y">http://www.meltingpot.org/Caso-Sharifi-et-al-v-Italia-e-Grecia-La-Corte-di-Strasburgo.html#.VIlPIdKG-2Y</a><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<sup>(3) </sup>Secondo i dati della prefettura tra gennaio e
ottobre 2014 sono arrivati 175 migranti e di questi 64 sono stati riammessi
verso la Grecia con affido diretto al comandante<sup><o:p></o:p></sup></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<sup>(4) </sup>Rapporto “Porti insicuri” di MEDU: <a href="http://www.mediciperidirittiumani.org/porti-insicuri-rapporto-sulle-riammissioni-dai-porti-italiani-alla-grecia-e-sulle-violazioni-dei-diritti-fondamentali-dei-migranti-nov/">http://www.mediciperidirittiumani.org/porti-insicuri-rapporto-sulle-riammissioni-dai-porti-italiani-alla-grecia-e-sulle-violazioni-dei-diritti-fondamentali-dei-migranti-nov/</a><o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Guarda il video con tutti gli interventi: </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<object class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/lOBKAo9I_xg/0.jpg" height="266" width="320"><param name="movie" value="https://youtube.googleapis.com/v/lOBKAo9I_xg&source=uds" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><param name="allowFullScreen" value="true" /><embed width="320" height="266" src="https://youtube.googleapis.com/v/lOBKAo9I_xg&source=uds" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true"></embed></object></div>
<br />francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-32541950169266758702014-12-10T23:49:00.001-08:002014-12-10T23:50:36.306-08:00Pablo Neruda, da "Si desti il taglialegna"<div class="MsoNormal">
Pace per i tramonti che verranno,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il ponte, pace per il vino,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per le parole che m'inseguono<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
e mi sorgono nel sangue intrecciando<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
di terra e di amori l'antico canto,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per la città nella mattina<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
allorché il pane si sveglia, pace<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
per il Mississippi, fiume delle radici:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per la camicia del fratello,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace sul libro come un timbro d'aria,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il grande colcos di Kiev,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per le ceneri di questi morti<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
e di quest'altri, pace per il ferro<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
nero di Brooklyn, pace per il postino<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
che va di casa in casa come il giorno,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il coreografo che grida<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
con un megafono verso i caprifogli,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per la mia mano destra,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
che soltanto vuol scrivere Rosario:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il boliviano taciturno<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
come un blocco di stagno, pace<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
perché tu possa sposarti, pace<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
per tutte le segherie del Bio- Bio,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il cuore lacerato<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
della Spagna guerrigliera:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il piccolo Museo del Wyoming<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
dove la cosa più dolce<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
è un cuscino con un cuore ricamato,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per il fornaio e i suoi amori<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
e pace per la farina: pace<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
per tutto il grano
che deve nascere,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
per ogni amore che cercherà ombra di foglie,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
pace per tutti quelli che vivono: pace per tutte le terre e
tutte le acque.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Io a questo punto vi saluto, torno<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
alla mia casa, dentro i miei sogni,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
torno in Patagonia là dove<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
il vento scuote le stalle<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
e spruzza gelo l'oceano.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
sono soltanto un poeta: vi amo tutti,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
vado errante per il mondo che amo:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
al mio paese mettono in carcere i minatori<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
e i poliziotti comandano sui giudici.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ma io amo perfino le radici<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
del mio piccolo paese freddo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Se dovessi mille volte morire<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
là voglio morire:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
se dovessi mille volte nascere<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
là voglio nascere,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
accanto all'albero selvaggio dell'araucaria,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
dinnanzi ai venti marini del sud,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
presso le campane comprate di recente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Nessuno pensi a me.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Pensiamo insieme a tutta la terra,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
battendo con amore sulla mensa.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Non voglio che il sangue torni<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
a bagnare il pane, i fagioli,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
la musica: voglio che venga con me<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
il minatore, la fanciulla,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
l'avvocato, il marinaio,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
il fabbricante di bambole;<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
entrino con me in un cinema ed escano<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
a bere con me il vino più rosso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Io non vengo a risolvere nulla.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Io sono venuto qui per cantare<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
e per sentirti cantare con me.<o:p></o:p></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-84982260232546334412014-12-05T00:55:00.002-08:002014-12-05T00:55:38.094-08:00Un'altra difesa è possibile. Appunti sulla serata del 4.12.14<div class="MsoPlainText">
La "difesa militare" è l'unica voce del
bilancio dello Stato che - nonostante crisi e spending review - non viene
tagliata (per approfondimenti: <a href="http://www.vignarca.net/?p=1078">http://www.vignarca.net/?p=1078</a>).</div>
<div class="MsoPlainText">
Ne deduciamo quindi che difenderci è importante, è
scritto anche nella nostra bella costituzione ma la costituzione (vedi articolo 52)
parla di difesa, non di difesa militare.</div>
<div class="MsoPlainText">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Proviamo a chiederci: oggi da cosa dobbiamo difenderci e
cosa dobbiamo difendere? Qualcuno potrebbe rispondere che dobbiamo difendere i
nostri confini da un eventuale attacco militare ma probabilmente la maggioranza
delle persone a questa domanda risponderebbe che...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Dobbiamo difendere il territorio dai disastri
ambientali...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Dobbiamo difendere i posti lavoro...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Dobbiamo difendere i diritti, soprattutto dei più deboli
e indifesi...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Stando sulla notizia qualcuno potrebbe dire che dobbiamo
difenderci dai fasciomafiosi e dalla corruzione...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Davanti a tutte queste "nuove minacce" una
possibile risposta viene anche da una proposta di legge di iniziativa popolare
che chiede l'istituzione di un dipartimento di difesa civile che "metta a
sistema" servizio civile, protezione civile, corpi civili di pace e introduca un istituto
di ricerca per la pace.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Dobbiamo "concepire" la possibilità della prevenzione
e gestione/risoluzione dei conflitti - di qualunque tipo, sia in Italia sia
fuori dei confini nazionali - attraverso modalità "civili", che in
alcun modo sono subalterne alle azioni militari sopratutto in termini di
efficacia nel lungo periodo.</div>
<div class="MsoPlainText">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
È una proposta di legge giusta ma soprattutto utile.</div>
<div class="MsoPlainText">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Da oggi è possibile firmare: servono 50.000 firme per
poterla presentare in parlamento ma molte di più per dare un segnale politico
forte, per partecipare attivamente -con gli strumenti di democrazia diretta
previsti - a costruire un possibile mondo migliore.</div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
Grazie a Mao Valpiana, don Nandino Capovilla, Paolo Della
Rocca</div>
<div class="MsoPlainText">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText">
Per maggiori informazioni: <a href="http://www.difesacivilenonviolenta.org/">http://www.difesacivilenonviolenta.org/</a></div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-79792261554779055092014-11-27T09:19:00.001-08:002014-12-04T23:20:26.787-08:00Per la creazione di un corpo civile di pace all'ONU...<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 24px; line-height: 39px;">Tratto da: </span>http://www.alexanderlanger.org/it/147/1201</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 24px; line-height: 39px;"><br /></span>
</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px;">Nel documento preparatorio, elaborato con l’assistente parlamentare dei verdi Ernst Gülcher e pubblicato su Azione Nonviolenta dell’ottobre 1995, si individuano i punti essenziali di quella proposta che, per la loro solidità, concretezza, lungimiranza, vengono ancora riconosciuti a fondamento del tragitto che ha portato al riconoscimento dei CPCE da parte della Commissione Europea.</span><br />
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
</div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
</div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
Nel dicembre 2007, Arno Truger del Centro per la Pace di Stadt Schlaining, che era pure tra gli invitati e i promotori di quell’incontro, ha fatto avere alla Fondazione Langer il testo originale e completo.</div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em>Il peacekeeping delle Nazioni Unite ed il suo efficiente funzionamento sono oggi le sfide più importanti per le forze armate e per gli addetti alla politica estera dentro o fuori dell</em><em>’Europa.<br />Nello stesso tempo il ruolo potenziale dei civili nel prevenire o nel gestire i conflitti è tuttora grandemente sottostimato. Ciò dovrebbe essere superato. I governi e le istituzioni internazionali inviano i loro osservatori e diplomatici nelle aree di conflitto e le ONG umanitarie e pacifiste cercano, spesso in circostanze assai difficili, di (ri)stabilire il dialogo, la coesistenza e la fiducia in e tra comunità divise e violente. Una volta cessati i combattimenti esse cercano di essere d’aiuto nella ricostruzione dei valori umani e materiali controllando le disposizioni prese e le iniziative di riconciliazione. Negli anni recenti è stata accumulata una grande esperienza fatta sul campo ed è stata fatta molta ricerca, spesso nonostante la mancanza di una qualsiasi risorsa finanziaria sufficiente. Il rapporto "Bourlanges/Martin", adottato dal Parlamento Europeo il 17 maggio 1995 nella sua sessione plenaria a Strasburgo, ha riconosciuto questo ruolo nella società civile affermando che "un primo passo verso un contributo nella prevenzione del conflitto potrebbe essere la creazione di un Corpo civile di pace europeo (che includa obiettori di coscienza) con il compito di addestrare osservatori, mediatori e specialisti nella risoluzione dei conflitti. Questo fatto ha un grande significato in quanto il Parlamento Europeo riconosce per la prima volta che questi corpi di pace possono essere di un’importanza fondamentale come strumento credibile per contrastare la militarizzazione ed i conflitti. Questo rapporto possiede inoltre un valore aggiunto perché rappresenta la posizione ufficiale del Parlamento Europeo nella Conferenza Intergovernativa per la revisione del trattato di Maastricht nell’anno 1996.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em>Per far sì che alle parole seguano i fatti, dobbiamo cercare di elaborare questo concetto in una maniera </em><em>chiara e praticabile.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em><b>Perché dei corpi civili di pace</b></em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em style="line-height: 23.7999992370605px;">L</em><em style="line-height: 23.7999992370605px;">’Europa, come il mondo, è afflitta da guerre e conflitti. La maggior parte di questi non avvengono tra gli stati ma all’interno di stati o regioni. Molti di questi conflitti sono motivati da differenze etniche, repressione delle minoranze, tendenze nazionaliste, confini contestati. Quando i rifugiati abbandonano le loro terre divenute ormai dimora di guerra, nuovi conflitti insorgono nelle aeree dove questi approdano. Sempre di più alla Comunità Internazionale, ed in particolar modo alle Nazioni Unite, viene richiesto di spedire truppe per il mantenimento della pace in modo da impedire lo scatenarsi della violenza. Sebbene questo concetto si è ormai sedimentato, le recenti esperienze militari di mantenimento della pace non hanno brillato per una serie di ragioni che non verranno però trattate in questo documento. Ci si aspetta comunque, o almeno si spera, che le molte difficoltà saranno presto superate e che il mantenimento della pace diventi un compito “ordinario” per i soldati agli ordini della Comunità Internazionale. </em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em><b>Organizzazione</b></em><em style="line-height: 23.7999992370605px;">Il Corpo civile internazionale verrebbe costituito dall’Unione europea sotto gli auspici delle Nazioni Unite ai cui servizi dovrebbero essere prestati. Il Corpo dovrebbe sottostare o almeno riferirsi all’OSCE (come organizzazione regionale delle Nazioni Unite). Gli stati membri dell’Unione europea contribuirebbero al Corpo. Il Parlamento europeo dovrebbe essere coinvolto nelle decisioni sulla costituzione del Corpo e sull’attuazione delle operazioni. In primo luogo il Corpo presterebbe servizio all’interno dell’Europa, ma potrebbe agire anche al di fuori del continente europeo. Poiché sarebbe una forza di stanza, deve avere quartieri generali e personale pienamente equipaggiato, basato in un luogo specifico (OSCE-Vienna?) e a livello locale durante le operazioni. Per l’inizio il Corpo dovrebbe essere costituito da 1.000 persone di cui 300/400 professionisti e 600/700 volontari. Se i risultati fossero positivi si dovrebbe naturalmente espandere in modo considerevole.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em><b>Compiti</b><br />Prima il corpo sarà inviato nella regione, prima potrà contribuire alla prevenzione dello scoppio violento dei conflitti. In ogni fase dell’operazione potrebbe adempiere a compiti di monitoraggio. Dopo lo scoppio della violenza, esso è là per prevenire ulteriori conflitti e violenze. Nel fare ciò esso ha solo la forza del dialogo nonviolento, della convinzione e della fiducia da costruire o restaurare. Agirà portando messaggi da una comunità all’altra. Faciliterà il dialogo all’interno della comunità al fine di far diminuire la densità della disputa. Proverà a rimuovere l’incomprensione, a promuovere i contatti nella locale società civile. Negozierà con le autorità locali e le personalità di spicco. Faciliterà il ritorno dei rifugiati, cercherà di evitare con il dialogo la distruzione delle case, il saccheggio e la persecuzione delle persone. Promuoverà l’educazione e la comunicazione tra le comunità. Combatterà contro i pregiudizi e l’odio. Incoraggerà il mutuo rispetto fra gli individui. Cercherà di restaurare la cultura dell’ascolto reciproco. E la cosa più importante: sfrutterà al massimo le capacità di coloro che nella comunità non sono implicati nel conflitto (gli anziani, le donne, i bambini). Potrebbe cercare di risolvere i conflitti con ogni mezzo d’interposizione ma non imporrà mai qualcosa alle parti. Denuncerà i fautori della violenza e dei misfatti alle autorità locali e internazionali. Denuncerà la cattiva condotta di queste autorità alla comunità internazionale. Si adopererà per allertare tempestivamente e monitorare. Costantemente cercherà di trovare ed enunciare le cause del conflitto o dei conflitti. Farà il possibile per ricostruire le strutture locali. Qualche volta, ma solo su richiesta e temporaneamente, subentrerà alle autorità e ai servizi locali. Più in particolare adempirà ai servizi non armati quotidiani di polizia nelle aree dove la polizia locale non riscuote la fiducia della popolazione. Coopererà nell’area con le organizzazioni umanitarie per provvedere ai rifornimenti e ai servizi, così come per alleviare le sofferenze delle vittime.<br /><br /><b>Quale professionalità</b><br />Poiché consideriamo il Corpo e i suoi partecipanti agire in zone ad alto potenziale di violenza, i singoli partecipanti debbono possedere molte qualità e valori eccellenti, alcuni dei quali saranno questione di talento, altri richiederanno un alto livello d’addestramento professionale.<br /><br /><b>Qualità</b><br />Molte qualità d’alto livello sono necessarie per gli individui che partecipano al Corpo di pace: tolleranza, resistenza alla provocazione, educazione alla nonviolenza, marcata personalità, esperienza nel dialogo, propensione alla democrazia, conoscenza delle lingue, cultura, apertura mentale, capacità all’ascolto, intelligenza, capacità di sopravvivere in situazioni precarie, pazienza, non troppi problemi psicologici personali. Coloro che vengono accettati a far parte del Corpo di pace apparterranno alle persone più dotate della società.<br /><br /><b>Nazionale/internazionale; uomo/donna; anziani/giovani</b><br />Il corpo di pace non dovrebbe essere costituito da contingenti nazionali ma dovrebbe essere internazionale dall’inizio con individui di diverse nazionalità che lavorano insieme come amici. Questo farebbe immediatamente superare barriere fra diverse culture. L’imparzialità è necessaria ma i partecipanti al Corpo di pace non devono assolutamente provenire solo da paesi neutrali. Dovrebbero farvi parte sia uomini sia donne e l’età dovrebbe essere tra i 20 e gli 80 anni. A differenza delle operazioni militari il lavoro del Corpo di pace potrebbe in gran parte ricadere sulle spalle degli anziani e delle donne.<br /><br /><b>Volontariato solidale</b><br />Le ONG, con un’esperienza diretta nella prevenzione dei conflitti, nella loro risoluzione e sviluppo come anche nel servizio civile, saranno le prime cui si richiede di reclutare partecipanti al Corpo di pace. Questi partecipanti potrebbero essere in larga misura obiettori di coscienza. Un ruolo può essere svolto anche dai militari peacekeeping in pensione e dai diplomatici. Particolare attenzione deve essere data ai rifugiati e agli esiliati della regione dove il conflitto dovrebbe essere gestito. Molte di queste persone sono colte e individui nonviolenti con grande conoscenza della situazione locale. D’altra parte essi sono parte del conflitto e potenziali bersagli. Essi potrebbero essere più utili nel retroterra che in prima linea a livello di consulenza e potrebbero giocare un ruolo fondamentale di supporto linguistico.<br /><br /><b>Professionisti/volontari</b><br />Poiché le qualità e l’esperienza determinano il successo o il fallimento di qualsiasi operazione, almeno un terzo dei partecipanti di ciascuna operazione del corpo di pace consisterebbe di professionisti. Gli altri possono essere volontari e lavoreranno sotto l’autorità di professionisti.<br /><br /><b>Addestramento</b><br />Il successo e il fallimento saranno anche determinati dal grado d’addestramento delle persone del Corpo di pace. Programmi d’addestramento prepareranno ciascun partecipante alla sua missione. Allo stesso tempo gli educatori dovrebbero avere la possibilità d’essere stagiairs in missioni per acquistare esperienza sul campo. L’addestramento includerà la crescita della forza e della mentalità personale ma anche cose pratiche come la lingua, la storia, le religioni, le tradizioni e la sensibilità delle regioni dove si va ad operare.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em><b>Come preparare le operazioni dei CCP</b></em><em>Le condizioni per le operazioni dei Corpi civili di pace sono fondamentalmente le stesse di quelle del peacekeeping militare: l</em><em>‘intervento deve essere richiesto dalle parti ed essere svolto in modo imparziale.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em>I Corpi di pace possono funzionare solo finché le parti in conflitto chiedono una loro presenza nella loro regione. A nessuna delle parti deve essere permesso di usarli per le loro proprie manovre tattiche e la propria propaganda. Ma mentre il peacekeeping potrebbe esigere un peace-enforcing, i Corpi di pace possono solo provare </em><em>a convincere con la negoziazione. Su quest’aspetto è necessario raccogliere ancora esperienze.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em>In caso di conflitto il Consiglio Europeo, il Segretariato Generale dell</em><em>’ONU e/o l’OCSE può convincere le parti a richiedere l’intervento dei Corpi civili di pace. Una volta fatta questa richiesta, l‘organizzazione internazionale può negoziare le condizioni di base, il tipo di mandato, il suo periodo e il finanziamento. E infine, ma non meno importante, devono decidere chi avrà il comando delle operazioni. Dato che non vi è ancora una struttura preposta all‘interno dell‘Unione Europea l’intervento deve essere affidato all‘OCSE, mentre le operazioni al di fuori dell‘Europa devono ricadere direttamente sotto la responsabilità delle Nazioni Unite.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em style="line-height: 23.7999992370605px;"><b>Finanziamento</b></em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em>Prevenire un conflitto è costoso, ma risolverlo una volta permesso che esploda è ancora più costoso. Un Corpo civile di pace da inviare sul campo dopo che è esploso il conflitto deve essere adeguatamente finanziato. Senza fondi non si può fare niente. Ciò significa linee di budget per stipendi e per costi di funzionamento. Significa anche compensi per servizi in situazioni pericolose. Può anche significare costi per rimpatri, per partecipanti feriti o uccisi, e compensi </em><em>per i danni che lasciano dietro.</em><em> </em><em>L’Unione Europea avrà il compito di stabilire linee di budget stabili per questo scopo. Deve essere tenuta in considerazione la possibilità di finanziare progetti pilota affidati a delle ONG. D’altra parte è facilmente immaginabile che un’operazione di un Corpo civile di pace sia molto più economica di qualsiasi coinvolgimento militare.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em style="line-height: 23.7999992370605px;"><b>Le relazioni con i militari</b></em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em>I membri dei Corpi civili di pace avranno bisogno di protezione. Nella maggior parte dei casi i peacekeeper militari potranno essere presenti sul campo per questo scopo. Dato che tra la cultura militare e quella dei civili non c</em><em>’è naturale rispetto e reciproca comprensione, bisognerà dedicare molta attenzione e formazione per raggiungere questo scopo. I corpi civili e i peacekeeper devono lavorare insieme a tutti i livelli e ciò richiede formazione ed esperienza.</em></div>
<div style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 23.7999992370605px; margin-bottom: 1em; margin-top: 1em;">
<em><b>Conclusione</b><br />Un</em><em>’operazione del Corpo di pace può fallire e nessuno si dovrebbe vergognare ad ammetterlo. Per esempio se una delle parti in guerra è determinata a continuare o accrescere il conflitto, i civili non possono fermarla. Se il conflitto si trasforma in una vera guerra, i civili farebbero meglio a fuggire dal campo di battaglia. Se fanatici delle due parti non sono più sotto il controllo dell’autorità locale e cominciano a sparare contro i partecipanti del Corpo di pace o a prenderli in ostaggio, ciò sarà la fine delle operazioni. Se i media locali, influenzati dai demagoghi locali, intraprendono campagne di sfiducia verso il Corpo di pace, è meglio ritirarsi. Ma fintanto questo non si verificherà il Corpo civile di pace potrà adempiere la sua funzione fino a quando sarà necessario. Il problema è qui lo stesso del peacekeeping militare. Finché non c’è alcuna soluzione politica, il Corpo di pace non può veramente partire. È essenziale che la cooperazione delle autorità locali e le comunità dovrebbe essere promossa da una politica internazionale di premio (e non da punizioni/sanzioni). Poiché la povertà, il sottosviluppo economico e la mancanza di sovrastrutture quasi sempre sono parte di qualsiasi conflitto, la preparazione a vivere insieme, a ristabilire il dialogo politico e i valori umani, a fermare i combattimenti e la violenza dovrebbero essere premiati da un immediato sostegno internazionale economico-finanziario a beneficio di tutte le comunità e regioni interessate. Troppo spesso ci si è dimenticati che la pace deve essere visibile per essere creduta. Ma se è resa vivibile la pace troverà molti sostenitori in ogni popolazione.</em></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-24754588423690987692014-11-24T08:38:00.004-08:002014-11-24T08:38:55.825-08:00ABBASSO la GUERRA. Note sul catalogo della mostra<div class="headings" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; margin: 1em 0px;">
<div class="halftitle">
<span style="font-size: 1.3em;">ABBASSO la GUERRA. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi</span></div>
<div class="subhead" style="font-style: italic;">
Catalogo della Mostra a cura di Francesco Pugliese. Edizione: Grafiche Futura- Helios, 2013</div>
<div class="notes" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
3 settembre 2014 - <a href="http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437" style="color: #0000aa; text-decoration: none;" title="Laura Tussi">Laura Tussi</a></div>
</div>
<div id="article-text" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px;">
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="hidden" style="height: 1px; left: 0px; margin: -1000em; position: absolute; top: -1000em; width: 1px;">
<div class="highslide-caption" id="zoom-caption19483" style="font-size: 0.95em; font-style: italic; padding: 0.4em;">
<div class="image-caption" style="margin-bottom: 0.5em;">
Abbasso la guerra</div>
<div class="image-close" style="background-color: #eeeeee; margin-top: 0.5em; padding: 2px; text-align: center; text-transform: uppercase;">
<a href="http://www.peacelink.it/pace/a/40370.html#" style="color: #0000aa; text-decoration: none;">CHIUDI</a></div>
</div>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
ABBASSO la GUERRA</div>
<div style="text-align: justify;">
Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi</div>
<div style="text-align: justify;">
Catalogo della Mostra a cura di Francesco Pugliese</div>
<div style="text-align: justify;">
Recensione di Laura Tussi</div>
<div style="text-align: justify;">
Edizione: Grafiche Futura- Helios, 2013</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Ai camminatori della Pace”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'impegno per la Pace dell'Autore Francesco Pugliese viene raccolto, elaborato e tramandato in questo catalogo, da cui è tratta una mostra documentaristica itinerante che viene esposta ovunque si presenti la volontà di offrire un contributo culturale e di pensiero al recupero della memoria storica dell'attivismo dei costruttori di pace contro l'orrore delle guerre. Occorre sottolineare la particolare ampiezza della ricerca, il valore di strumento di consultazione del libro-catalogo e l'intento di rispondere a un bisogno di sistematizzazione nella narrazione dell'impegno contro la guerra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il catalogo redatto da Francesco Pugliese e lo studio applicato alla raccolta spaziano, nell'ampia ricostruzione storicistica e storiografica, tramite documenti e fotografie d'epoca, dal periodo anticolonialista all'antifascismo, dagli scioperi del marzo 1943 al movimento dei partigiani della pace, fino ad arrivare al celebre appello di Einstein e Russell, alla prima marcia Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini e all'opposizione pacifista nella guerra del Vietnam. Pugliese tratta inoltre delle ingenti manifestazioni contro gli armamenti e le basi militari a Comiso e dell'attualissima questione nucleare, dove l'annientamento dell'umanità viene scongiurato dal nobile atto e dall'audace scelta dell'obiezione di coscienza alle spese militari e nucleari e dell'attivismo diretto alla denuclearizzazione mondiale e totale. L’Autore non tralascia di condurre la ricerca documentaristica e dall'alto spessore pedagogico e didattico, attraverso i percorsi storici contemporanei, analizzando le guerra nella ex Jugoslavia e la guerra in Iraq del 2003 condotta da Bush, a cui si sono opposte tutte le campagne pacifiste e nonviolente; per poi giungere alla raccolta di materiali e documentazioni, fruibili da un pubblico attento e sensibile, sulle manifestazioni e i movimenti contro le basi USA, come la Dal Molin, e sulle campagne pacifiste attuali contro gli F35, evidenziando le conseguenti polemiche inerenti il taglio drastico delle risorse alla sanità, alla scuola e in generale allo Stato sociale. La pace, da sempre, è l'ideale nobile a cui deve aspirare l'intera umanità, perché con essa tutto è possibile e realizzabile, perché la pace è creazione e creatività, è desiderio e speranza, è avvenire, è futuro per la donna e l'uomo di tutti i tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
La vera rivoluzione è la pace, quando comincia un pensiero alternativo alla guerra. Il termine “pacifismo” è stato introdotto tra l'’800 e il ‘900 con il significato culturale di un pensiero e di pratiche, di teorie e movimenti tesi a prevenire e contrastare la guerra, le culture violente, le tradizioni guerresche e le relative politiche guerrafondaie.</div>
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Il pacifismo e la nonviolenza sono espressione popolare e simbolo di uno sforzo collettivo, di un anelito interiore, di rivolte personali, interioristiche e individuali e di teorie di figure profetiche, ossia l'opposizione ai conflitti armati di persone, donne e uomini che osano ribellarsi alla presunta fatalità della guerra e che singolarmente e collettivamente, individualmente e interiormente, hanno trovato il coraggio di creare una rivoluzione di pensiero dal basso per opporsi a tutte le guerre, agli imperialismi, alle armi e alle violenze. La mobilitazione di massa, persone singole e moltitudini, si incontrano nelle marce, nelle manifestazioni, nei cortei per opporsi alle guerre, al nazionalismo e all'uso delle armi nucleari e di distruzione di massa. Il nome dell'Italia, del nostro bel Paese, brilla nel mondo, non per le imprese militari in epoca coloniale e fascista e per le cosiddette e surrettizie guerre umanitarie contemporanee, sdoganate per missioni di pace in Iraq, Afganistan, Libia, ma per la sua immensa cultura, per il patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Il cammino per una rivoluzione pacifista e nonviolenta è arduo e tortuoso, perché lungo è ancora “il cammino che dobbiamo imparare a percorrere” come sostiene il Partigiano e Padre Costituente dell'ONU Stéphane Hessel, affinché “la guerra diventi un tabù come l'incesto”, così ribadisce il comboniano Padre Alex Zanotelli.</div>
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<div class="article-notes" style="background-color: lightcyan; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 0.9em; margin: 5px; padding: 5px;">
Note:su A- Rivista Anarchica n. 391 Luglio 2014:<br /><a href="http://www.arivista.org/" style="color: #0000aa; text-decoration: none;">http://www.arivista.org/</a><br />
Su ILDialogo.org:<br /><a href="http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1405346943.htm" style="color: #0000aa; text-decoration: none;">http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1405346943.htm</a></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-4514802306339663052014-11-24T03:34:00.000-08:002014-12-15T03:35:00.106-08:00ABBASSO LA GUERRA. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<span style="color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px;">Dal 1 al 12 dicembre 2014 presso</span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 800 !important;"> </span><span style="color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px;">Sala San Leonardo (Cannaregio, Venezia) sarà esposta la mostra fotografica "</span><span style="color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px;">ABBASSO LA GUERRA. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi</span></span><span style="color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px;">"</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
La mostra mira a sostenere la memoria storica dell’opposizione e degli oppositori alla guerra; sensibilizzare sui temi della pace e della educazione alla pace, per un sapere e una scuola impegnati per la pace; sostenere la diffusione di coscienze e pratiche pacifiste e nonviolente a tutti i livelli; riflettere sul principio del ripudio della guerra scolpito nell’art. 11 della Costituzione italiana e sulla Carta delle Nazioni Unite; riaffermare le finalità di pace del processo di costruzione europea proprio quando si avvicina il centenario della “inutile strage” (Benedetto XV).<br />
Si colloca nel momento in cui ci si prepara al centenario della prima guerra mondiale e può dare un contributo a sostegno del pensiero europeista e alla riflessione sulla importanza del processo di integrazione europeo che ha proprio nella pace motivazione e finalità centrali. Proprio quando folate di antieuropeismo percorrono preoccupanti il vecchio continente e si avvertono sintomi di smarrimento delle finalità del processo di unificazione, processo invocato già dal pacifismo al Congresso di Parigi nel 1849 presieduto da V. Hugo. E proprio quando il sogno dell’Onu di “salvare le future generazioni dal flagello della guerra” attraversa uno dei suoi momenti più critici.<br />
La Mostra si compone di 30 pannelli di cm. 70x100; ha una struttura e contenuti divulgativi ed è rivolta in particolare alle scuole: può essere strumento di conoscenza e didattico per discussioni, approfondimenti, ricerche, sensibilizzazione.<br />
La mostra è curata da Francesco Pugliese</div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-29457123551846485612014-11-13T08:21:00.001-08:002014-11-19T07:50:58.571-08:00la locandina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-N5UwveuSHWs/VGy8VqHINAI/AAAAAAAATDM/RY_12QLxN5I/s1600/locandina%2Bv2.tif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-N5UwveuSHWs/VGy8VqHINAI/AAAAAAAATDM/RY_12QLxN5I/s1600/locandina%2Bv2.tif" height="640" width="480" /></a></div>
<br />francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-61549164478925091992014-11-11T01:41:00.001-08:002014-11-11T01:41:21.979-08:00PER LA RIABILITAZIONE STORICA E GIURIDICA DEI SOLDATI ITALIANI FUCILATI PER DISOBBEDIENZA O DECIMATI NEL PERIODO 1915-18<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: verdana, tahoma, arial, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
BREVE PREMESSA</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: verdana, tahoma, arial, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<i>In una lettera <span style="line-height: 19.4559993743897px;">del 12 settembre 2014 firmata da Albino Bizzotto dei Beati costruttori di pace con altri 10 preti ed indirizzata a papa Francesco, in occasione della sua visita a Redipuglia, il 13 settembre 2014, si afferma: «Migliaia e migliaia di soldati sono stati processati e uccisi perché si sono rifiutati di ubbidire a ordini contro l’umanità. Sono stati bollati come vigliacchi e disertori, per noi sono profetici testimoni di umanità e di pace, meritano di essere esplicitamente ricordati nella celebrazione della memoria». Papa Francesco, pur pronunciando un forte discorso contro la guerra («Trovandomi qui,in questo luogo, trovo da dire soltanto una cosa: la guerra è una follia. La guerra distrugge l’essere umano») non ha raccolto l’invito. Noi crediamo che i fucilati per “codardia” o “disobbedienza” durante il grande massacro del 1914-18 vadano riabilitati storicamente e giuridicamente in tutti i Paesi. </span></i></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: verdana, tahoma, arial, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<i><span style="line-height: 19.4559993743897px;">Per questo abbiamo redatto una lettera che pubblichiamo qui</span><span style="line-height: 19.4559993743897px;"> </span><strong style="line-height: 19.4559993743897px; margin: 0px; padding: 0px;">per raccogliere adesioni</strong><span style="line-height: 19.4559993743897px;">. </span></i></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: verdana, tahoma, arial, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="line-height: 19.4559993743897px;"><i>Quest’azione va considerata all’interno di un più grande impegno quotidiano contro gli armamenti e contro tutte le guerre.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>PER LA RIABILITAZIONE STORICA E GIURIDICA DEI SOLDATI ITALIANI FUCILATI PER DISOBBEDIENZA O DECIMATI NEL PERIODO 1915-18</b></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Signor presidente del Consiglio, Matteo Renzi</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Signora ministra della Difesa, Roberta Pinotti</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">e per conoscenza, signor presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il centenario della Prima Guerra Mondiale deve essere l’occasione per fare i conti con un capitolo doloroso e rimosso dalla memoria nazionale, quello di mille e più soldati italiani – il numero esatto non è conosciuto – fucilati e comunque uccisi dal piombo di altri soldati italiani perché ritenuti colpevoli di codardia, diserzione o disobbedienza. Fra di loro ci sono anche i decimati, estratti a sorte da reparti ritenuti “vigliacchi” e passati per le armi «per dare l’esempio».</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L’ Italia detiene il record pesante di essere al primo posto. In un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne “giustiziò” circa 1.000. L’esercito francese che iniziò la guerra nel 1914, un anno prima, ebbe 6 milioni di soldati e 700 fucilati. Nell’esercito inglese furono 350 e in quello tedesco una cinquantina.</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La Gran Bretagna ha adottato nel 2006 un provvedimento sulla grazia dei soldati dell’ Impero Britannico durante la guerra 14-18. In Francia dopo un discorso di Jospin del 1998 se ne sta discutendo e avanzando verso una soluzione politico-giuridica che potrebbe essere presa a breve.</span></span></div>
<div style="background-color: white; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #333333;"><span style="line-height: 19.4559993743897px;">Pur tenendo conto delle differenze politiche, culturali e giuridiche tra i vari Paesi attendiamo dal Parlamento italiano una decisione che faccia giustizia di quell'immensa ingiustizia.</span></span></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Cioè di esseri umani che furono “giustiziati” perché sostanzialmente:</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
</div>
<ul>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Si rifiutarono di battersi e di morire per niente.</span></li>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Vollero mettere fine ai massacri</span></li>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Rifiutarono di uccidere altri esseri umani con differenti uniformi</span></li>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Fraternizzarono oltre le trincee,</span></li>
</ul>
<br />
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La riabilitazione deve essere collettiva:</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
</div>
<ul>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi nel caos.</span></li>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’ esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione</span></li>
<li><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 19.4559993743897px;">Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.</span></li>
</ul>
<br />
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La riabilitazione di questi cittadini italiani fucilati ingiustamente richiede probabilmente un’apposita legge.</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Possiamo contare sulla vostra sensibilità e disponibilità?</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Grazie per l’attenzione,</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Daniele Barbieri, giornalista</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">David Lifodi, giornalista</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Francesco Cecchini, scrittore</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; line-height: 19.4559993743897px; margin-bottom: 0.7em; margin-top: 0.7em; padding: 0px;">
<span style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">INVIARE ADESIONI A: francesco_cecchini2000@yahoo.com</span></span></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-56899889220510422742014-11-04T02:04:00.001-08:002014-11-04T02:04:03.211-08:004 Novembre 2014: non festa, ma lutto. 100 anni dopo: basta guerre! Un’altra difesa è possibile<div id="NewsPostDetailDate" style="background-color: #fefefe; font-family: Verdana, Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 11px; font-weight: bold; line-height: 12.0016002655029px; margin: 0px 0px 5px; padding: 0px;">
</div>
<div id="NewsPostDetailSummary" style="background-color: #fefefe; font-family: Verdana, Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18.0023994445801px; margin: 0px; padding: 0px;">
<strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l’Associazione Antimafie Rita Atria, propongono per il 4 novembre la campagna "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinché in ogni città si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.</strong></div>
<div id="NewsPostDetailSummary" style="background-color: #fefefe; font-family: Verdana, Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18.0023994445801px; margin: 0px; padding: 0px;">
<strong style="margin: 0px; padding: 0px;"><br /></strong></div>
<div id="NewsPostDetailContent" style="background-color: #fefefe; font-family: Verdana, Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18.0023994445801px; margin: 0px 0px 15px; padding: 0px;">
<h3 align="CENTER" class="western" style="color: #294b5f; font-size: 1.3em; line-height: 1.3em; margin: 0px 0px 0.5em; padding: 0px;">
<span style="color: red; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-size: small; margin: 0px; padding: 0px;">OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE</span></span></h3>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre</strong>, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinchè il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano<strong style="margin: 0px; padding: 0px;"> l'impegno affinchè non ci siano mai più guerre</strong>, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">rigorosamente nonviolente</strong>. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo più austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo è possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perchè le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perchè convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
In particolare quest'anno, a 100 anni dal primo conflitto mondiale, vogliamo sostenere la Campagna “<strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Un'altra difesa è possibile</strong>” con la <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">proposta di legge di iniziativa popolare</strong> per l'istituzione e il finanziamento del <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta</strong>. Un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra, e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
Obiettivo della Campagna è quello di dare uno strumento in mano ai cittadini per far organizzare dallo Statola difesa civile, non armata e nonviolenta – ossia la difesa della Costituzionee dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – anziché finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52).</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
<em style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin: 0px; padding: 0px;">Per informazioni sulla Campagna “Un'altra difesa è possibile”</em></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-size: 1em; line-height: 1.4em; margin-bottom: 1.5em; padding: 0px;">
<em style="margin: 0px; padding: 0px;">vai al sito </em><span style="color: blue; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: underline;"><a href="http://www.difesacivilenonviolenta.org/" style="background-color: inherit; color: #18507c; margin: 0px; padding: 0px;"><em style="margin: 0px; padding: 0px;">www.difesacivilenonviolenta.org</em></a></span></span></div>
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francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-54844906856952646042014-10-30T01:16:00.005-07:002014-10-30T01:16:42.123-07:00Rete Disarmo: “Perché il Parlamento non controlla l’export di armi?”<div class="attribute-header" style="background-color: white; color: #494949; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 11px;">
<h1 style="background: none; border-bottom-color: rgb(153, 153, 153); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 3px; color: #002e91; font-size: 1.4em; margin: 10px 0px 0px; padding: 0px 0px 5px; text-align: right;">
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<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
La Rete Italiana per il Disarmo ha inviato ieri una <b><a href="http://www.disarmo.org/rete/a/40894.html" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">lettera alle competenti commissioni</a></b> di Camera e Senato e all’intergruppo “<a href="http://parlamentariperlapace.it/" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">Parlamentari per la Pace</a>” per chiedere alle competenti Commissioni di mettere in calendario <b>l’esame della Relazione sulle esportazioni di armi e sistemi militari italiani</b>. Un esame che – <a href="http://www.unimondo.org/Notizie/Rete-Disarmo-chiede-al-governo-di-riaprire-il-dialogo-sull-export-di-armi-140856" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">nonostante le reiterate richieste della Rete Disarmo</a> – le Commissioni <b>non hanno adempiuto per l’intera legislatura trascorsa</b> venendo meno al compito di controllo dell’attività dell’Esecutivo in una materia che ha inevitabili implicazioni sulla politica estera e di difesa del nostro Paese.</div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
<b>Lo scorso giugno la Presidenza del Consiglio ha inviato alle Camere</b> la <i>“Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”</i> relativa all’anno 2013 (qui <a href="http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/docnonleg/28702.htm" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">la nota e il documento</a>). La Relazione è stata assegnata alle competenti Commissioni permanenti di Camera e Senato (Affari costituzionali, Affari esteri Industria, commercio e turismo, Finanze e tesoro e Difesa); ma, sebbene sia stato introdotto “l’obbligo governativo di riferire analiticamente alle Commissioni parlamentari sui contenuti della relazione entro 30 giorni dalla sua trasmissione”, <b>tale obbligo non è stato ancora espletato</b> e le competenti Commissioni parlamentari non hanno ancora messo in calendario l’esame della Relazione.</div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
“E’ dal 2008 – spiega <b>Francesco Vignarca</b>, coordinatore di Rete Disarmo – che le <b>Commissioni parlamentari non prendono in esame</b> queste Relazioni. Nel frattempo non solo <b>è stata ampiamente modificata la <a href="http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1990;185" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">legge n. 185 che dal 1990</a>regolamenta la materia</b>, ma è diventato sempre più difficile capire dalle Relazioni governative quali sistemi militari vengono effettivamente esportati: siamo disponibili a fornire ai parlamentari tutte le informazioni necessarie per un accurato esame della relazione e <b>chiediamo di essere invitati per specifiche audizioni</b> nelle commissioni” – conclude Vignarca. </div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
I centri di ricerca aderenti alla Rete Disarmo hanno infatti prodotto<b> </b>analisi puntuali delle Relazioni governative segnalando le <b>numerose vendite di sistemi militari da parte del nostro Paese nelle zone di conflitto, a regimi autoritari</b>, a paesi fortemente indebitatati che spendono rilevanti risorse in armamenti e alle forze armate di governi su cui pesano gravi e reiterate violazioni dei diritti umani. (Si vedano gli articoli su Unimondo relativi alle Relazioni pubblicate <a href="http://www.unimondo.org/Notizie/Nel-2013-record-dell-export-italiano-di-armi-al-Medio-Oriente-147141" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">nel 2014</a>, <a href="http://www.unimondo.org/Notizie/Da-Israele-al-Kazakistan-l-export-armato-del-governo-Monti-141620" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">nel 2013</a> e <a href="http://www.unimondo.org/Notizie/Italia-ecco-le-armi-esportate-da-Berlusconi-a-dittatori-e-regimi-autoritari-135097" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">nel 2012</a>)</div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
“Negli ultimi anni – spiega <b>Giorgio Beretta</b>, analista della Rete Disarmo e collaboratore di Unimondo – <b>i governi Berlusconi, Monti e Letta </b>hanno autorizzato quote sempre più consistenti di esportazioni di armi e sistemi militari verso il Medio Oriente, alle monarchie saudite e ai regimi autoritari di vari paesi ex-sovietici: si tratta delle <b>zone di maggior tensione del mondo</b>. E’ ormai tempo – aggiunge Beretta – che il <b>Parlamento torni a svolgere il ruolo di controllo che gli compete </b>per verificare se queste esportazioni corrispondono alla politica estera e di difesa del nostro paese o se, invece, non siano invece dettate dall’esigenza di incrementare gli ordinativi a favore delle industrie militari, in particolare di quelle a controllo statale come Finmeccanica”.</div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
Solo lo scorso anno – informa Rete Disarmo – su un totale di poco più di 2,1 miliardi di euro di <b>esportazioni autorizzate</b> (€2.149.307.240), comprensivo dei “programmi intergovernativi”, quasi il <b>51,5% ha riguardato paesi non appartenenti né all’Ue né alla Nato,</b> cioè un insieme di paesi che non fanno parte delle principali alleanze politiche e militari dell’Italia. In particolare, oltre 709 milioni di euro, pari al 33% delle autorizzazioni sono state rilasciate ai paesi del <b>Medio Oriente e del Nord Africa</b>. Ma soprattutto nel 2013 sono stati <b>effettivamente esportati</b> verso questi paesi (in cui non è inclusa la Turchia) sistemi d’armamento per quasi 810 milioni di euro pari al 29,4% del totale: un <b>record ventennale</b> che però la Relazione – predisposta dal governo Letta e inviata alle Camere dall’attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio – omette gravemente di segnalare ai Parlamentari.</div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
Rete Disarmo evidenzia anche la <b>sottrazione di rilevanti informazioni nella Relazione governativa da parte degli ultimi governi</b>. “Pur incrociando le numerose tabelle delle 1.672 pagine della Relazione – spiega <b>Carlo Tombola,</b> coordinatore scientifico dell’<a href="http://www.opalbrescia.org/" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">Osservatorio OPAL di Brescia</a> – è diventato ormai <b>impossibile sapere quali siano di preciso i sistemi militari e gli armamenti esportati</b>. A parte una tabella che riporta i valori complessivi delle autorizzazioni rilasciate e che genericamente ne indica le tipologie,<b> </b>nessun’altra informazione è fornita al Parlamento per effettuare un controllo adeguato. Una grave carenza soprattutto se si pensa che il <b>nostro Paese è uno dei maggiori produttori mondiali di armi leggere</b> e relativi sistemi di munizionamento e che queste esportazioni sono <a href="http://opalbrescia.altervista.org/?q=node/201" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">andate crescendo negli ultimi anni</a>” – conclude Tombola.</div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
La sottrazione di informazioni riguarda in particolar modo la parte della Relazione redatta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dipartimento del Tesoro, che è <b>chiamato a controllare l’attività delle aziende e degli istituti di credito</b> per quanto riguarda la vendita di sistemi militari. “Anche se, a seguito delle recenti modifiche legislative, l’attività autorizzatoria non è più di competenza del Tesoro, ciò non giustifica la <b><a href="http://www.unimondo.org/Notizie/Sull-export-di-armi-Enrico-non-e-Gianni-e-puo-di-nuovo-dimostrarlo-140482" style="color: #095fb9; outline: none; text-decoration: none;" target="_blank">sottrazione di informazioni sulle specifiche operazioni autorizzate alle banche</a></b>” – spiega ancora <b>Beretta</b>. “Le tabelle fornite dal Tesoro non solo sono totalmente inadeguate ma sono ridicole: in alcune appaiono sigle del tipo “Z_Agusta”, “Z_ASE”, (cfr. Tabella AA2, p.1153) che saranno pur utili al funzionario che le ha redatte e al suo dirigente, ma che <b>sono assolutamente impresentabili in una Relazione ufficiale</b>. Si tratta di documenti che fanno rimpiangere le chiare tabelle scritte dai funzionari del governo Andreotti con una vecchia Olivetti” – conclude Beretta. La Rete Disarmo ricorda che <b>il controllo sulle attività bancarie </b>e sulle intermediazioni finanziarie fu specificamente introdotto nella legislazione italiana a seguito di scandali che negli anni ottanta coinvolsero alcune aziende e istituti bancari tra cui soprattutto la Banca Nazionale del Lavoro. </div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
<b>Rete Disarmo chiede pertanto al Parlamento </b>di adoperarsi affinché la Relazione governativa <b>“venga prontamente esaminata nelle competenti commissioni parlamentari”</b> e manifesta la propria disponibilità ad intervenire in <b>specifiche audizioni</b> sia per esplicitare le numerose questioni che riguardano l’esportazione di sistemi militari italiani e la relativa Relazione governativa e per fornire una serie di indicazioni atte a favorire un puntuale controllo parlamentare della materia. </div>
<div style="color: black; line-height: 1.35em; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.5em;">
[G.B.]</div>
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francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-17408970455367064952014-10-07T01:16:00.004-07:002014-10-07T01:16:56.052-07:00<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<span style="box-sizing: border-box; font-weight: 800 !important;">ABBASSO LA GUERRA. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<span style="font-weight: 800; line-height: 24.2857151031494px;">Periodo di apertura: </span><span style="line-height: 24.2857151031494px;">dal 1 al 12 dicembre 2014</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<span style="box-sizing: border-box; font-weight: 800 !important;">Dove: </span>Sala San Leonardo (Venezia)</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Abel, Arial, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 24.2857151031494px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
La mostra mira a sostenere la memoria storica dell’opposizione e degli oppositori alla guerra; sensibilizzare sui temi della pace e della educazione alla pace, per un sapere e una scuola impegnati per la pace; sostenere la diffusione di coscienze e pratiche pacifiste e nonviolente a tutti i livelli; riflettere sul principio del ripudio della guerra scolpito nell’art. 11 della Costituzione italiana e sulla Carta delle Nazioni Unite; riaffermare le finalità di pace del processo di costruzione europea proprio quando si avvicina il centenario della “inutile strage” (Benedetto XV).<br style="box-sizing: border-box;" />Si colloca nel momento in cui ci si prepara al centenario della prima guerra mondiale e può dare un contributo a sostegno del pensiero europeista e alla riflessione sulla importanza del processo di integrazione europeo che ha proprio nella pace motivazione e finalità centrali. Proprio quando folate di antieuropeismo percorrono preoccupanti il vecchio continente e si avvertono sintomi di smarrimento delle finalità del processo di unificazione, processo invocato già dal pacifismo al Congresso di Parigi nel 1849 presieduto da V. Hugo. E proprio quando il sogno dell’Onu di “salvare le future generazioni dal flagello della guerra” attraversa uno dei suoi momenti più critici.<br style="box-sizing: border-box;" />La Mostra si compone di 30 pannelli di cm. 70x100; ha una struttura e contenuti divulgativi ed è rivolta in particolare alle scuole: può essere strumento di conoscenza e didattico per discussioni, approfondimenti, ricerche, sensibilizzazione.<br style="box-sizing: border-box;" />La mostra è curata da Francesco Pugliese</div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-56344486089982385872014-10-01T07:43:00.006-07:002014-10-01T07:43:43.663-07:002 OTTOBRE 2014 - Giornata Internazionale della Nonviolenza<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">“Un'altra difesa è possibile”, al via l’iniziativa </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">una campagna e mobilitazione comune di: </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Il 2 ottobre si celebra la Giornata Internazionale della Nonviolenza (indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite). La data è stata scelta in quanto anniversario della nascita di Gandhi, ispiratore dei movimenti per la pace, la giustizia, la libertà di tutto il mondo. È infatti con Gandhi che nasce la nonviolenza moderna. Il Mahatma è il profeta della politica nonviolenta, strumento collettivo di liberazione, metodo di lotta alternativo alla guerra.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">La crisi generale che stiamo vivendo (economica, culturale, politica e sociale) è sempre più forte. Oggi la vita stessa del pianeta è a rischio, crisi ecologica e crisi belliche rendono il futuro incerto. Per uscirne c’è bisogno di una nuova politica che Gandhi ci ha indicato: la nonviolenza.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">In particolare quest'anno la giornata del 2 ottobre sarà l'occasione per promuovere la Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta "UN'ALTRA DIFESA E' POSSIBILE" che si articolerà nella raccolta di firme per la Legge di iniziativa popolare “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Con questa Legge si propone l'istituzione di un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra, e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata dal bilancio statale e finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Obiettivo della Campagna è quello di dare uno strumento in mano ai cittadini per far organizzare dallo Stato la difesa civile, non armata e nonviolenta – ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – anziché finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52).</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">E' un principio che non è mai stato attuato davvero, perché per difesa si è sempre e solo intesa quella armata, affidata ai militari. Dobbiamo riappropriarcene. Le grandi battaglie per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e del servizio civile iniziate fin dal dopoguerra hanno portato al riconoscimento nel nostro ordinamento giuridico che la difesa della patria è molto più articolata ed estesa di quella semplicemente militare. Noi oggi sappiamo che la difesa della patria è difesa della vita, dell'ambiente, del territorio, dei diritti, della dignità, della pace, del lavoro dignitoso. Per difendere davvero questi beni comuni servono strumenti adeguati, quelli della nonviolenza.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Il finanziamento della nuova difesa civile dovrà avvenire grazie all'introduzione dell'”opzione fiscale”, cioè la possibilità per i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare una quota pari al sei per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche all'incremento della copertura delle spese di funzionamento del Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta ed al finanziamento delle attività dei Corpi Civili di Pace e dell’Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">La Campagna (promossa da Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace) è stata presentata il 25 aprile a Verona in “Arena di pace e disarmo”, lanciata in occasione della manifestazione nazionale “Facciamo insieme un passo di pace” il 21 settembre a Firenze, e viene divulgata il 2 ottobre in tutta Italia, Giornata internazionale della nonviolenza.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Vogliamo fare del 2 ottobre una nuova occasione di impegno, necessario e diffuso in tutte le città d'Italia, per la nonviolenza e la difesa civile.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Tutti gli aderenti, i simpatizzanti, i singoli amici della nonviolenza, gruppi e centri e movimenti per la pace e la nonviolenza, sono invitati ad organizzare nella propria città o nel proprio paese un’iniziativa pubblica: una presenza in piazza, un banchetto, l’esposizione della nostra bandiera, una conferenza, una fiaccolata, la distribuzione di un volantino; un’azione che il 2 ottobre collegherà idealmente tutte le realtà impegnate nella Campagna per la difesa civile e nonviolenta.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">La raccolta delle firme proseguirà, quindi, in tutta Italia, attraverso i Comitati Locali che già si stanno costituendo, con l'obiettivo di raccogliere le 50.000 firme necessarie entro 6 mesi.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">La successiva giornata nazionale di raccolta di firme sarà il prossimo 4 novembre (anniversario della fine della prima guerra mondiale, l'inutile strage).</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">______________________</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">per contatti stampa</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Segreteria Campagna - </span><a href="mailto:azionenonviolenta@sis.it" style="background-color: white; color: #1155cc; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" target="_blank">azionenonviolenta@sis.it</a><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;"> - 348/2863190</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Per info sulla mobilitazione rivolgersi alla segreteria della Campagna:</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">c/o Movimento Nonviolento</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">via Spagna 8 – 37123 Verona</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Tel. 045 8009803</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><a href="mailto:info@difesacivilenonviolenta.org" style="background-color: white; color: #1155cc; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" target="_blank">info@difesacivilenonviolenta.<u></u>o<wbr></wbr>rg</a><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><a href="http://www.difesacivilenonviolenta.org/" style="background-color: white; color: #1155cc; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" target="_blank">www.difesacivilenonviolenta.<u></u>or<wbr></wbr>g</a>francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-69566229863014620132014-09-28T23:10:00.003-07:002014-09-28T23:10:41.076-07:00 F35 : PERCHE' NON LI CANCELLIAMO TUTTI ?<div align="center" class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; margin: 5pt 0cm 12pt 18pt; text-align: center;">
<i style="line-height: 15.3599996566772px; text-align: justify;"><span style="line-height: 14.3999996185303px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tratto da un articolo di G.Marcon da "Il Manifesto" del 25/09/2014</span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 20.7999992370605px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La Camera dei deputati ha votato le nuove mozioni sul programma dei cacciabombardieri F35. Sono state bocciate quelle (di Sel e M5S) che puntavano alla cancellazione del programma e approvate quella del Pd, che chiede il dimezzamento del finanziamento del programma, e quelle di Forza Italia e Scelta civica per il «mantenimento degli impegni precedentemente assunti». Un vero pasticcio oppure una truffa: il governo potrà decidere di seguire a seconda delle esigenze la linea che ritiene più opportuna.<b><u></u><u></u></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="line-height: 20.7999992370605px;">Con la bocciatura delle mozioni che chiedevano lo stop dei cacciabombardieri si è persa un</span></b><b><span style="line-height: 20.7999992370605px;">’</span></b><b><span style="line-height: 20.7999992370605px;">occasione</span></b><span style="line-height: 20.7999992370605px;">. Il parlamento tornerà a occuparsene con la legge di stabilità e poi con il Libro bianco della Difesa. E torneranno tutte le ragioni del no agli F35</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">.<u></u><u></u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; text-align: justify;">
<span style="line-height: 17.6000003814697px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 17.6000003814697px;">Che in sintesi sono cinque:</span><b><u></u><u></u></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 3pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;">1)</span></b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"> Perché è contrario allo spirito e alla lettera dell</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">’</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">art. 11 della Costituzione. Sono aerei per fare la guerra, da first strike, e noi non dobbiamo fare guerre.</span><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"><u></u><u></u></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 3pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;">2)</span></b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"> Perché è uno spreco colossale. 14 miliardi buttati al vento, con i quali potremmo sbloccare il contratto dei dipendenti pubblici, assumere i precari della scuola e mettere in sicurezza le scuole nelle zone sismiche<b><u></u><u></u></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 3pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;">3</span></b><span style="line-height: 17.6000003814697px;">) Perché quegli aerei sono dei bidoni: il software non funziona, i velivoli sono troppo pesanti, i caschi dei piloti fanno vedere le traveggole; quando si alzano in volo, quelli a decollo verticale, squagliano l</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">’</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">asfalto e se c</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">’</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">è un temporale devono tornare alla base.</span><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"><u></u><u></u></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 3pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;">4)</span></b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"> Perché non servono né alla difesa del paese (non sono caccia intercettori), né agli obblighi che abbiamo a livello internazionale in ambito Onu.</span><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"><u></u><u></u></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 3pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="line-height: 17.6000003814697px;">5)</span></b><span style="line-height: 17.6000003814697px;"> Perché non creano posti di lavoro se non in modo irrisorio (rispetto agli investimenti) e invece di stimolare l</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">’</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">industria italiana, sono solo un favore all</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">’</span><span style="line-height: 17.6000003814697px;">industria americana</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;"><u></u><u></u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 20.7999992370605px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 20.7999992370605px;">Renzi ha aperto tante consultazione on line </span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">—</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;"> su terzo settore, riforma della scuola</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">…</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;"> </span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">—</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">perché non l</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">’</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">ha fatto anche sugli F35? Perché sarebbe stato sommerso dalle richieste di immediato stop a questa folle avventura. Il paese è contrario a questo programma.<u></u><u></u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 20.7999992370605px;">Parafrasando Renzi, passo dopo passo siamo arrivati da 131 a 90 cacciabombardieri con il governo Monti, ora con Renzi passeemmo da 90 a più o meno 45. <b>Passo dopo passo cancelliamoli tutti</b>. E accettiamo l</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">’</span><span style="line-height: 20.7999992370605px;">invito che arriva addirittura da papa Francesco che a Redipuglia per le celebrazioni della tragedia della I guerra mondiale ha chiesto di investire nella pace, nella prevenzione dei conflitti e non nel mercato delle armi e nelle spese militari. Il nostro paese può fare a meno degli F35, ma non può fare a meno del lavoro, della sicurezza sociale e ambientale, di una scuola degna di questo nome</span>.</span><i style="font-family: arial, sans-serif;"><span style="line-height: 14.3999996185303px;"><u></u><u></u></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 15.3599996566772px; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<br /></div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-59959669045948500692014-09-24T23:21:00.002-07:002014-09-24T23:21:15.724-07:00Campagna NOF35: “Controlleremo che il Governo dimezzi fondi per i caccia”<div class="headings" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica; font-size: 12px; line-height: 20.5799999237061px; margin: 1em 0px; padding: 0px;">
<h1 style="color: #c0310f; font-family: 'Arial Black'; font-size: 1.8em; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px; padding: 0px; text-shadow: rgb(187, 187, 187) 1px 1px 2px;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica; font-size: 12px; font-style: italic; line-height: 20.5799999237061px;">Votate oggi alla Camera diverse mozioni sul tema dei cacciabombardieri F-35: il testo del PD impegna il Governo a dimezzarne il budget e ne va dunque monitorata l’applicazione. La campagna “Taglia le ali alle armi” si rammarica invece della mancata approvazione delle mozioni SEL e Movimento 5 Stelle che chiedevano la cancellazione completa del programma JSF.</span></h1>
<div class="notes" style="font-size: 0.9em; margin: 0.5em 0px 0px; padding: 0px;">
</div>
<div class="source" style="font-size: 0.9em; margin: 0.5em 0px 0px; padding: 0px;">
Fonte: Campagna "Taglia le ali alle armi" - 24 settembre 2014</div>
</div>
<div id="article-text" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica; font-size: 12px; line-height: 20.5799999237061px; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; padding: 0px;">
La campagna <b style="margin: 0px; padding: 0px;">“Taglia le ali alle armi”</b> ha seguito con attenzione la <b style="margin: 0px; padding: 0px;">discussione odierna alla Camera dei Deputati</b> sulle mozioni riguardanti il programma F-35. Alcuni dei testi discussi, in particolare quelli che richiedevano la cancellazione del programma, sono stati stimolati direttamente dalle nostre richieste.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; padding: 0px;">
I promotori della campagna <b style="margin: 0px; padding: 0px;">si rammaricano dell'occasione persa dal Parlamento con il respingimento delle mozioni richiedenti una cancellazione</b> totale e definitiva della partecipazione italiana al progetto Joint Strike Fighter. </div>
<div style="margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; padding: 0px;">
<img alt="NO F35 Camera" class="right" height="402" src="http://www.disarmo.org/nof35/images/17173_a40702.jpg" style="border-width: 0px; float: right; margin: 1em 0em 1em 1em; padding: 0px;" width="300" />Pur non condividendone l'impostazione, che conferma esplicitamente la partecipazione al programma F-35, la nostra <b style="margin: 0px; padding: 0px;">Campagna considera un passo comunque positivo l’approvazione della mozione a prima firma Scanu (PD) che impegna il Governo a un dimezzamento del budget</b> complessivo iniziale a disposizione di caccia. Ciò comporterebbe, se confermato, un’ulteriore diminuzione sul numero complessivo di velivoli a partire dai 131 previsti inizialmente. Di questa riduzione la nostra Campagna non può che essere contenta, perché <b style="margin: 0px; padding: 0px;">libera risorse altrimenti impegnate inutilmente in un progetto sempre più fuori controllo</b> come testimoniano ulteriori documenti Usa di queste ore. L’impegno che ci prendiamo è però quello di <b style="margin: 0px; padding: 0px;">vigilare per verificare la concretezza e l’efficacia delle azioni che il Governo vorrà intraprendere</b> al riguardo.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; padding: 0px;">
“Una decisione parlamentare non è purtroppo sufficiente - commenta <b style="margin: 0px; padding: 0px;">Grazia Naletto </b>del coordinamento della Campagna - occorre che il Governo dichiari esplicitamente quali passi concreti intende intraprendere per rispettare l’impegno indicato nella mozione PD votata alla Camera. Un primo banco di prova si avrà con la <b style="margin: 0px; padding: 0px;">Legge di Stabilità</b>: verificheremo se gli stanziamenti previsti per il 2015 andranno nella direzione indicata dalla Camera insieme alle forze politiche presenti in Parlamento, in particolare quelle che sono favorevoli a una sua cancellazione”, conclude Naletto.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; padding: 0px;">
Dopo il voto di oggi la Campagna “Taglia le ali alle armi” torna a chiedere ufficialmente la <b style="margin: 0px; padding: 0px;">possibilità di un incontro con il Premier Matteo Renzi e il Ministro della difesa Roberta Pinotti</b>. Ribadiamo la nostra<b style="margin: 0px; padding: 0px;"> disponibilità in tale contesto</b> <b style="margin: 0px; padding: 0px;">a spiegare i motivi </b>per cui un’acquisizione più approfondita di dati e documenti da parte del Parlamento e dell'opinione pubblica sarebbero opportuni per una migliore comprensione del programma JSF. Partiamo da una <b style="margin: 0px; padding: 0px;">necessità di trasparenza</b> che a nostro avviso deve essere massima se riferita a dei programmi pubblici così delicati e così costosi, anche per <b style="margin: 0px; padding: 0px;">dare al Parlamento strumenti utili a prendere una decisione”</b> commenta <b style="margin: 0px; padding: 0px;">Francesco Vignarca </b>del comitato promotore di “Taglia le ali alle armi”.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; padding: 0px;">
Non solo: “sperando che finalmente il <b style="margin: 0px; padding: 0px;">Governo</b><b style="margin: 0px; padding: 0px;"> voglia comprendere l’importanza del ruolo della società civile</b> sul tema delle spese militari, ribadiamo il nostro interesse e la nostra competenza a seguire ogni sviluppo del caso F-35. Su questo punto <b style="margin: 0px; padding: 0px;">eserciteremo un controllo ferreo</b>, come obiettivo intermedio di un’azione che <b style="margin: 0px; padding: 0px;">continua comunque a puntare alla cancellazione</b> del Programma” conclude Vignarca.</div>
</div>
francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-45799746997517511432014-04-08T12:59:00.001-07:002014-04-08T12:59:04.502-07:00Record dell’export di armi bresciane al Medio Oriente e all’Africa<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 12pt 0cm; text-align: start;">
<b><u style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Record dell’export di armi bresciane al Medio Oriente e all’Africa<o:p></o:p></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 4pt 0cm 0.0001pt; text-align: start; text-indent: 0px;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Esportazioni di armi bresciane sostanzialmente stabili nel 2013, ma in forte aumento verso le zone di maggior tensione del mondo come il Medio Oriente e l’Africa.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Lo ha reso noto <b>l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia</b> (OPAL) che oggi, sabato 22marzo con una conferenza stampa ha presentato<b>in anteprima nazionale i dati dettagliati forniti dall’ISTAT</b>sulle esportazioni di armi dalla Provincia di Brescia.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Le esportazioni internazionali di armi e munizioni dalla Provincia di Brescia risultano in linea con l’anno precedente: erano oltre 315,8 milioni di euro nel 2012 e sono state poco più di <b>316 milioni nel 2013</b>.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ma si registrano anche consistenti incrementi per i paesi del <b>Medio Oriente</b> (più 23%) e soprattutto dell’Africa (più 36%). Sono aumentate anche le esportazioni verso il Nord America e i paesi dell’Unione Europea (entrambe dell’11,5%) che rappresentano da sempre i maggiori acquirenti di armi bresciane, mentre vedono una consistente contrazione quelle verso i paesi asiatici (meno 58%) e i paesi europei non appartenenti all’UE (meno 25%) tra cui la Turchia.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><b>Gli Stati Uniti, la Turchia e il Regno Unito</b> restano i singoli maggiori acquirenti di armi bresciane: riportano un evidente calo le esportazioni verso il <b>Messico </b>e soprattutto verso l’<b>India</b>, forse anche a seguito di recenti restrizioni. Ma sono aumentate le esportazioni verso alcuni paesi con forti tensioni interne come l<b>’Egitto</b> e il<b>Guatemala</b> e, inspiegabilmente, anche verso paesi sottoposti a misure di embargo di armi come il <b>Libano</b>.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">«Nonostante le reiterate rimostranze dei produttori bresciani di armi che per mesi si sono lamentati di presunti nuovi gravami burocratici tanto da chiedere di snellire la normativa, le esportazioni di armi dalla nostra provincia non sembrano affatto in crisi e anzi trovano nuovi acquirenti nelle zone dove le tensioni e i conflitti sono più frequenti», dichiara<b>PiergiulioBiatta</b>, presidente di OPAL. «Rinnoviamo perciò il nostro invito al Governo e alle autorità competenti ad esercitare tutte le necessarie cautele nel rilasciare le autorizzazioni all’esportazione. E cogliamo l’occasione per ringraziare l’ex ministro degli Esteri, <b>Emma Bonino</b>, la quale, anche a seguito della nostra richiesta, lo scorso agosto ha deciso di sospendere le esportazioni di armi verso l’Egitto», conclude Biatta.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"> A fine luglio, dopo le dimostrazioni di piazza che hanno visto la dura repressione delle forze armate egiziane e oltre 70 morti, l’Osservatorio OPAL ha inviato una richiesta urgente e sollecitato con specifiche interrogazioni parlamentari il ministro degli Esteri, Emma Bonino, l’invio di armi verso l’Egitto. I dati forniti dall’ISTAT mostrano che i quasi <b>4</b> <b>milioni di euro</b> di “armi e munizioni” bresciane sono state inviate nei mesi precedenti e, a partire da agosto, non si registrano esportazioni di armi italiane verso l’Egitto<o:p></o:p></span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><i>Fonte: </i><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="http://www.opalbrescia.org/">www.opalbrescia.org</a><i><o:p></o:p></i></span></div>
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<i style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Il comunicato stampa completo di tabelle e grafici è visibile sul sito<a href="http://www.orainsilenzioperlapace.org/">www.orainsilenzioperlapace.org</a></i></div>
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francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4064766538224164134.post-29705835310664563982014-03-26T12:44:00.004-07:002014-09-24T23:22:10.852-07:00Vignetta sulle dichiarazioni del ministro Roberta Pinotti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-r8EhSWiBLA4/UzMuBEd-WjI/AAAAAAAARDM/UQgG_acsOcA/s1600/foto.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-r8EhSWiBLA4/UzMuBEd-WjI/AAAAAAAARDM/UQgG_acsOcA/s1600/foto.JPG" height="282" width="400" /></a></div>
<br />francesco penzohttp://www.blogger.com/profile/14455529889382421864noreply@blogger.com0