ECONOMIA POSITIVA
Per uscire dalla crisi: convertire le spese militari in welfare. La proposta da 4 Nobel a convegno a Milano
La pace conviene. Crea solidità, salute, benessere. Più della guerra. Lo dimostra il Global Index of Peace dell'Institute for
Economics and Peace, istituto australiano di ricerca indipendente che identifica i benefici economici della pace; un mondo senza
conflitti nel 2010 avrebbe fruttato oltre 8mila miliardi di dollari, si legge nell'ultimo report dell'istituto fondato da Steve Killelea
per misurare lo status pacifico di 153 paesi. Un terzo di questa cifra rappresenta le attività di industrie belliche riconvertite; i
restanti due terzi gli input in più all'economia se il pianeta fosse in pace. "C'è una stretta correlazione tra pace e benessere",
commenta Killelea. "Basterebbe una riduzione del 25% nella violenza per risparmiare 2mila miliardi di dollari. A cosa
servirebbero? A coprire i costi del Millenium Development Goals, gli obiettivi del Millennio stabiliti per il 2015, a eliminare il
debito pubblico di Grecia, Portogallo e Irlanda e affrontare i danni del terremoto giapponese". Che il disarmo sia economicamente
conveniente lo ripete da tempo Francesco Vignarca, responsabile della Rete Italiana per il Disarmo, autore de "Il caro armato" (ed.
Altreconomia) e del blog "I signori delle guerre". Vignarca fa notare come al primo accenno di stallo del settore le maggiori
industrie di armamenti italiane abbiano annunciato migliaia di licenziamenti.
Numerologia: che cosa scegli?
- 100 milioni di dollari un cacciabombardiere F-35 o 465mila trattamenti anti-aids per bambini
- 89 milioni di dollari un missile Trident II o 8 milioni e 900mila trattamenti anti-tubercolosi
- 2,7 miliardi di dollari un sottomarino Virginia o un anno di cura per 7,5 milioni di madri sieropositive
- 4 miliardi di dollari la spesa di un giorno per mantenere gli apparati militari o un anno di controllo della malaria (un milione di morti l'anno)
- 1.200 miliardi di dollari le spese militari di un anno dei paesi ricchi o 1,5 volte quello che serve per dimezzare la povertà nel mondo nel 2015
- 15 miliardi di euro 131 cacciabombardieri o 10 milioni di pannelli solari
- 1,4 miliardi di euro il costo della portaerei italiana Cavour o oltre 4mila nuovi asili nido
(elaborazione dati a cura di Francesco Vignarca, Rete Disarmo)
fonte: d.repubblica.it n766 del 5 ottobre 2011, D.Condorelli
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