venerdì 14 ottobre 2011

http://www.disarmo.org/rete/a/29509.html

Stop F35! Continua la campagna contro i cacciabombardieri

Dopo oltre un anno e mezzo continua l'iniziativa congiunta di Rete Italiana per il Disarmo e Sbilanciamoci!
Il Governo non ha ancora firmato definitivamente il contratto per i caccia: facciamoci sentire e chiediamo usi migliore per tutti questi soldi!
Fonte: Campagna Sbilanciamoci! - Rete Italiana per il Disarmo - 30 novembre 2010
NO-F35 dai la caccia al caccia!
Per dire NO all'acquisto di 131 cacciabombardieri (con capacità di attacco) F35: fai sentire la tua voce alla alla pagina www.disarmo.org/nof35


Aderisci:

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Come organizzazione


Le tappe della mobilitazione
19 maggio 2009: inizia la campagna "Caccia al caccia! Diciamo NO agli F35"
A luglio 2009 vi confluisce la "Campagna di indignazione nazionale" promossa da GrilloNEWS che ha raccolto da aprile a luglio 2009 oltre 8700 adesioni di cittadini. (Leggi qui il testo "Uniti nell'impegno" di GrilloNEWS sull'unificazione delle campagne)
Nei mesi successivi la campagna ottiene il sostegno fattivo di Unimondo e di Science for Peace, progetto della Fondazione Umberto Veronesi
Il 24 novembre 2010, durante il convegno “Volano gli aerei o i costi?” organizzato da Sbilanciamoci! e Rete Disarmo per la prima volta il Ministero della Difesa (per bocca del Sottosegretario Crosetto) ammette ufficialmente che sono sorti dei dubbi sull'acquisto di tutti i caccia previsti

ciò significa che la nostra voce deve farsi sentire ancora più forte!!


Il Governo ha chiesto e ottenuto ormai molti mesi fa un parere favorevole al Parlamento, in poco tempo e senza praticamente dibattito, per
l'acquisto di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fightes che potrebbero impegnare il nostro paese fino al 2026, con una spesa complessiva di programma di quasi 16 miliardi di euro.
L'acquisto di questi caccia sarebbe una decisione irresponsabile sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che vengono destinante ad un programma sovradimensionato nei costi sia per la sua incoerenza (un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari!) con le autentiche missioni di pace del nostro paese.
In un momento di
grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali e per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università e alle politiche sociali, destinare 16 miliardi di euro (oltre 14 per la fase di acquisto ancora da deliberare) alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese.
Al momento sono stati stanziati circa 800 milioni per la costruzione dell'impianto di Cameri (Novara) in cui gli F35 verranno assemblati, con un contratto di 185 milioni già firmato per il primo lotto. Nella legge di stabilità 2010 sono poi già presenti 471 milioni per l'acquisto dei primi velivoli.
Ma abbiamo ancora la possibilità di far sentire la nostra voce! Per questo motivo Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo chiedono quindi al Governo di non procedere alla prosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte delle risorse già accantonate a programmi di riconversione civile dell’industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche di cooperazione internazionale. Già a Dicembre 2009 la mobilitazione ha presentato (tra adesioni online e moduli cartacei) 25.000 firme al Governo (che non ci ha ricevuto) per completare la prima fase di pressione.

Con
16 miliardi di euro si possono fare molte altre cose in alternativa! Ad esempio si possono contemporaneamente edificare 3000 nuovi asili nido, costruire 8 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese. Oppure concentrarsi sulla ricostruzione e il sostegno di territori colpiti da calamità naturali come l'Aquila e il Veneto.

 Il Governo, in questo spinto anche dal Parlamento, faccia una scelta di pace e di solidarietà; blocchi la prosecuzione del programma destinando le risorse così liberate alla società, all’ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale.

Oltre alle adesioni online la campagna ha già raccolto oltre 15.500 firme cartacee di sostegno.

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